Blocco dei licenziamenti causa Covid: fino a quando? Sembrerebbe essere questo l’interrogativo che campeggia all’interno della maggioranza di Governo così come nelle menti di tutti i lavoratori italiani che si sentono, causa emergenza pandemia, tutt’altro che sicuri. E questo perché, se il Decreto Rilancio aveva previsto il blocco dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, sia individuali che collettivi,fino al 17 agosto – prorogando quanto deciso con il decreto Cura Italia in precedenza – c’è la reale possibilità che le aziende non possano licenziare “liberamente” per motivi economici ancora fino a Natale.
È una delle ipotesi ventilate all’interno della maggioranza: cassa integrazione fino a fine anno insieme al blocco dei licenziamenti. E la cosa sembrerebbe essere più che un’ipotesi visto che, come riporta il quotidiano la Repubblica, ci sarebbe stato una sorta di scambio tra PD e Movimento 5 stelle: i Dem hanno infatti puntato sulla proroga oltre metà agosto della sospensione di avere l’obbligo delle causali per i contratti a tempo determinato e i secondi sul prolungamento della cassa integrazione e il divieto di licenziamento collettivo o individuale per motivi oggettivi. Per il Partito Democratico, però, la richiesta è “valida” se oltre a prolungare la sospensione dell’obbligo di causali per i contratti a termine si aumentano gli incentivi per quelle imprese che vogliono assumere a tempo indeterminato. A ogni modo, niente è ancora deciso e i contorni sono ancora molto sfumati: il blocco dei licenziamenti fino a Natale non è detto riguarderà, per esempio, tutte le imprese italiane.
Come infatti ha sottolineato Francesca Puglisi, sottosegretaria al Lavoro con delega sugli ammortizzatori sociali, a Repubblica: “Siamo disponibili a prorogare fino al termine dell’anno sia cassa integrazione che moratoria sui licenziamenti ma ancora non si è deciso se l’allungamento riguarderà tutti o solo le imprese dei settori in crisi più profonda, come ad esempio il turismo, l’automotive o la congressistica. Ma è evidente che sia per la Cig che per i licenziamenti, bisognerà ragionare sul rischio boomerang, visto che alla fine delle misure potremmo dover gestire un’ondata di esuberi, con quelli determinati dall’emergenza Covid che si sommeranno a quelli fisiologici”.
Pertanto, per essere sicuri che allo “scambio” seguano effettivamente un blocco dei licenziamenti fino a fine anno – il più “lungo” nella storia italiana – e l’aumento della cassa integrazione bisognerà aspettare il prossimo decreto. Che potrebbe arrivare a metà luglio.