Da domani in arrivo una novità per i contribuenti italiani: entra in vigore il taglio del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti. Lo prevedeva un decreto legge del Governo varato a marzo, che a sua volta attuava una norma della legge di bilancio che ha stanziato 3 miliardi per il 2020 e 5 miliardi per il 2021 per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti, estendendo la platea dei percettori dell’attuale ‘bonus Irpef’ di 80 euro che viene a questo punto abrogato.
Il bonus. Nello specifico, secondo la legge di conversione del decreto n. 3/2020 approvata il 31 marzo 2020 in via definitiva dalla Camera, per i lavoratori dipendenti con redditi compresi tra 8.174 euro e 28.000 euro, il bonus è riconosciuto direttamente in busta paga, per un importo pari a 100 euro al mese, mentre per i redditi superiori, e fino a 40.000 euro, è invece riconosciuta una nuova detrazione fiscale.
Il messaggio di Di Maio. Nei giorni scorsi, il premier Giuseppe Conte aveva indicato, questa, come “la direzione giusta che dobbiamo perseguire”. Per il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la nuova misura si tradurrà in più soldi in busta paga, con aumenti fino a 100 euro al mese. “Non sarà la rivoluzione – dice Di Maio – ma è sicuramente un importante passo avanti”. Ma vediamo nel concreto cosa cambierà.
Il cuneo fiscale. In pratica per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 28.000 euro, il bonus cuneo fiscale sarà riconosciuto direttamente in busta paga, per un importo pari a 100 euro al mese. In tutto si tratta di 600 euro in più riconosciuti sugli stipendi del secondo semestre dell’anno. Per i redditi superiori, e fino al limite di 40.000 euro, sarà invece riconosciuta una nuova detrazione fiscale. Il decreto prevede un bonus integrativo, a partire da luglio, per i redditi da lavoro dipendente e assimilati, purché l’imposta lorda dovuta sia superiore all’ammontare della detrazione spettante per lavoro dipendente e assimilati.
Tale bonus ‘rafforzato’ è rapportato al numero di giorni lavorativi per le prestazioni rese dal 1° luglio ed è quindi pari a 600 euro per il 2020 e 1.200 euro annui per il 2021 (spetta soltanto se il reddito complessivo non è superiore a 28.000 euro). I sostituti d’imposta sono chiamati a riconoscere il trattamento integrativo ripartendone l’ammontare sulle retribuzioni erogate, verificandone in sede di conguaglio la spettanza. Il trattamento non spettante potrà essere recuperato dai sostituti d’imposta mediante l’istituto della compensazione. La platea dei beneficiari, tra lavoratori dipendenti privati e pubblici, aumenta così di 4,3 milioni, passando da 11,7 milioni che percepiscono il bonus 80 euro a 16 milioni.
Detrazione d’imposta. Tuttavia, è prevista una detrazione d’imposta per i redditi di lavoro dipendente e assimilati a partire da 28.000 euro. L’importo della detrazione è pari a 600 euro con un reddito complessivo di 28.000 euro e decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un livello di reddito pari a 40.000 euro. La detrazione è temporanea, in quanto si applica per le prestazioni dal 1° luglio al 31 dicembre 2020, in vista di una revisione strutturale del sistema delle detrazioni. Previsto il raddoppio da 4 a 8 delle rate in caso di restituzione sia per il bonus “rafforzato” sia per la detrazione. Resta la soglia dei 60 euro al di sopra della quale si potrà chiedere la rateizzazione. Viene abrogato dal 1° luglio il bonus 80 euro.