La Guardia di Finanza di Milano sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano nei confronti di 13 persone, 12 delle quali poste in custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari. Le indagini confermano l’esistenza di un sistema di alterazione delle gare pubbliche indette da Atm, l’Azienda dei trasporti milanesi, centrate sull’operato di un pubblico ufficiale con il ruolo di responsabile dell’Unità amministrativa complessa sugli impianti di segnalamento automazione delle Linee metropolitane della città 1,2, 3 e 5 e alle società create dal funzionario insieme ad altri indagati per interferire nell’assegnazione e nell’esecuzione degli appalti di Atm, parte lesa nel procedimento.
Le indagini hanno consentito di ricostruire decine di episodi corruttivi e di turbativa d’asta, avvenuti soprattutto nel settore degli appalti per l’innovazione e la manutenzione delle Metropolitane Milanesi. L’inchiesta del Tribunale di Milano ha riguardato otto gare d’appalto, a vario titolo turbate o oggetto di accordi corruttivi, per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro. Le indagini si sono concentrare su 30 persone fisiche e 8 persone giuridiche.
Il messaggio di Atm. ”L’Azienda è del tutto estranea ai fatti contestati, attribuiti ai singoli soggetti che, a quanto si apprende, avrebbero agito autonomamente in violazione del Codice Etico di Atm ancor prima che in violazione delle norme di legge”. Così in una nota l’azienda di trasporti milanese dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano nei confronti di 13 persone. ”Di conseguenza, -si legge – Atm ha già dato incarico ai propri legali al fine di tutelare l’Azienda in tutte le sedi opportune. Atm sin da subito ha prestato la propria fattiva collaborazione alle Autorità inquirenti anche al fine di determinare al più presto gli elementi relativi alle responsabilità dei soggetti indagati e assumere tutti i conseguenti provvedimenti al riguardo”.
Corruzione nei condoni edilizi. Scoppia il bubbone corruzione negli uffici del Comune di Roma che seguono le pratiche dei condoni edilizi. Sei persone, indagate a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, truffa e falsa attestazione e certificazione, sono finite ai domiciliari al termine delle indagini avviate dai carabinieri del comando Roma-Eur nel settembre del 2016. All’epoca un funzionario della società “Risorse per Roma spa”, in servizio presso l’Ufficio Condono Edilizio, aveva denunciato di aver ricevuto una lettera anonima di minacce legate alla sua attività professionale.
Le mazzette. Nello specifico, i dipendenti pubblici chiedevano mazzette ai privati che avevano in pendenza l’istruttoria di istanze di condono di immobili per aggirare la burocrazia, manovrando a loro piacimento le richieste per sanare violazioni edilizie e regolarizzare immobili abusivi.