Non posso morire, dottore. Non ancora. Ho delle cose da fare. Poi avrò tutta la vita per morire” scriveva nel suo libro “Il gioco dell’angelo”, Carlos Ruiz Zafón, eppure questa volta è toccato a lui, lasciando un grande vuoto nella letteratura mondiale. È morto all’età di 55 anni nella sua casa di Los Angeles a causa di un tumore al colon che ha stroncato il suo genio e ha consegnato la sua “ombra al vento”.
Ruiz Zafón, nacque a Barcellona il 26 settembre del 1964, viveva a Los Angeles dove ormai lavorava nell’industria di Hollywood. Aveva raggiunto la notorietà internazionale con il suo romanzo “L’ombra del vento”, vincitore di numerosi premi e selezionato nel 2007 da 81 scrittori e critici latinoamericani e spagnoli con i migliori 100 libri in lingua spagnola degli ultimi 25 anni. È considerato lo scrittore spagnolo più letto al mondo dopo Cervantes.
Tradotto in oltre 40 lingue, Zafon ha iniziato la sua carriera letteraria nei primi anni ’90 come autore di libri per ragazzi, giungendo al successo nel 2002, quando ha pubblicato con la casa editrice Planeta, L’ombra del vento, uscito nel 2001 in Spagna, arrivato in Italia nel 2004 con Mondadori. A seguito la pubblicazione di una trentina di edizioni grazie al passaparola dei lettori.
Al primo romanzo, vincitore di numerosi premi internazionali, hanno fatto poi seguito: Il gioco dell’angelo, Il prigioniero del cielo e Il labirinto degli spiriti, che fanno tutti parte della tetralogia del Cimitero dei Libri Dimenticati.
Tra le sue più belle citazioni ricordiamo:
- Ogni libro, ogni volume possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.
- Prima o poi, l’oceano del tempo ci restituisce i ricordi che vi seppelliamo.
- La vita è come la prima partita di scacchi. Quando inizi a capire come si muovono i pezzi, hai già perso.
- Sono poche le ragioni per dire la verità. Mentre quelle per mentire sono infinite.
- La forma conta quanto la sostanza: è la triste realtà di quest’epoca di ciarlatani.
- Fortunato colui al quale latrano i cretini, perché la sua anima non apparterrà mai a loro.
- La gente normale mette al mondo dei figli; noi romanzieri dei libri. Siamo condannati a metterci la vita, anche se quasi mai ce ne sono grati. Siamo condannati a morire nelle loro pagine e a volte perfino a lasciare che siano loro a toglierci la vita.
- Ci sono due cose nella vita che non puoi sceglierti, Ben. La prima sono i tuoi nemici. La seconda, la tua famiglia. A volte la differenza tra gli uni e l’altra è difficile da cogliere, ma il tempo insegna che, in fin dei conti, le tue carte avrebbero sempre potuto essere peggiori.
- Allora seppi che avrei dedicato ogni minuto che ci restava da passare insieme a renderla felice, a riparare al male che le avevo fatto e a restituirle ciò che non avevo mai saputo darle.
- Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno.
- Il mondo non verrà distrutto da una bomba atomica, come dicono i giornali, ma da una risata, un eccesso di banalità che trasformerà la realtà in una barzelletta di pessimo gusto.
- Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.
- La matematica è la religione della gente che ha cervello, per questo ha così pochi adepti.
- Nulla è difficile da credere come la verità e, al contrario, niente è più seducente della forza della menzogna quanto maggiore è il suo peso.
- A volte è più facile confidarsi con un estraneo. Chissà perché. Forse perché un estraneo ci vede come siamo realmente, e non come vogliamo far credere di essere.
- Di solito si ha la fortuna, o la disgrazia, di assistere al lento sfacelo della propria vita senza quasi rendersene conto.
- Non fidarti mai di chi si fida di tutti.