Il tema della mobilità sostenibile è la prospettiva cui tende il futuro del trasporto urbano e il lungo periodo di emergenza pandemica ha reso ancora più stringente la promozione di modalità green. Non a caso nel recente decreto rilancio sono stati stanziati degli incentivi economici (per 120 milioni di euro) per l’acquisto di biciclette e monopattini. Per diversi attori questa è l’occasione per accelerare il passaggio verso un modello di mobilità post Covid 19. L’associazione Legambiente in una recente nota ha proposto un pacchetto di 5 misure per ripensare la mobilità in città nel post pandemia: mezzi pubblici sicuri; più bici ed aree ciclabili nelle aree urbane; rafforzare lo sharing mobility; più auto elettriche, bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini utilizzando i bonus green; incentivare lo smart working. Per Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente “con queste 5 misure che proponiamo ai sindaci, milioni di lavoratori, studenti e famiglie potranno muoversi da subito in maggiore sicurezza e libertà contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra”.
In questo scenario il welfare aziendale può giocare un ruolo decisivo. Ma bisogna aggiornare la norma sul welfare per far rientrare nel paniere dei benefit sia i contributi al trasporto pubblico che privato. Diversi parlamentari appartenenti alle varie formazioni politiche si stanno adoperando con degli emendamenti al decreto liquidità per far entrare nella partita della mobilità sostenibile il welfare aziendale. Ne è convinta anche Legambiente. “Non la mobilità sostenibile ma la mobilità della comunità che si ritrova in un luogo di lavoro – spiega Andrea Poggi, responsabile Mobilità sostenibile dell’associazione ambientalista-, deve ricadere nei compiti aziendali del welfare sociale. Per un motivo molto semplice: oggi non c’è più distinzione tra l’auto per i dirigenti o per la forza vendita erogata dall’azienda e la mobilità degli altri lavoratori dipendenti. Tutti devono essere considerati alla stessa stregua perché la mobilità sta perdendo progressivamente le sue “barriere”, le sue “separazioni” tra mobilità automobilistica proprietaria e mobilità pubblica sull’autobus. Ormai la mobilità è diventata un servizio che deve essere erogato con mezzi e forme diverse in funzione delle esigenze del personale dell’azienda. Pertanto, i mezzi possono andare dalla bicicletta, all’auto elettrica e magari con forme di sharing mobility sia pubbliche che corporate”.
Anche Diego De Lorenzis, deputato del Movimento 5 Stelle e firmatario di un emendamento al decreto rilancio sull’inserimento della mobilità green nel paniere del welfare aziendale è della stessa opinione.“Ritengo che questo sia un pilastro della nostra azione – sostiene De Lorenzis– in quanto, accanto a questo bonus si vanno ad affiancare altri strumenti che vanno a coinvolgere il mondo delle imprese. Perché, se vogliamo non tanto incentivare l’acquisto ma soprattutto l’uso di una mobilità alternativa all’auto, è evidente che questo dev’essere fatto intervenendo su quelli che sono gli spostamenti quotidiani ovvero, primi tra tutti, i tragitti casa – lavoro. Questo permetterebbe, tra l’altro, di rendere strutturale la misura con un costo anche inferiore rispetto al bonus tout court che è stato dato fino ad adesso e sicuramente avrebbe a parità di risorse defiscalizzate per le imprese, che comunque lo Stato deve destinare a queste attività, un impatto sicuramente maggiore visto che l’azienda tenderebbe, appunto, ad invogliare l’uso quotidiano della mobilità alternativa. Il welfare aziendale, – chiosa il deputato dei 5 Stelle- ha come filosofia fondante quella di facilitare il benessere del dipendente quindi, in quest’ottica, non può che essere un ‘accordo win-win’. Sempre in questo senso, credo che lo strumento vada visto come un affiancamento all’input che è stato dato nel Decreto che riguarda il mobility manager con la quota che si riduce da 300 a 100 dipendenti: questo vuol dire che andrà ad interessare anche le aziende medio – piccole”.
In sostanza il tema è far rientrare nel welfare aziendale sia i contributi al trasporto pubblico (come il pagamento dell’abbonamento), sia al trasporto privato (come gli attuali incentivi per l’acquisto di biciclette e monopattini). Non resta che attendere la discussione di questi giorni in parlamento relativa alla conversione in legge del decreto liquidità per capire se tali novità verranno accolte dalla maggioranza di governo.