Nel primo trimestre del 2020, in un contesto di sostanziale stabilità delle posizioni lavorative (-0,2% rispetto al trimestre precedente) le ore lavorate hanno registrato una diminuzione del 7,5%. Questo risultato è dovuto a un calo del 2,4% dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’8,9% dell’industria in senso stretto e del 9,9% delle costruzioni, mentre i servizi registrano una riduzione del 7,3%. Lo certifica l’Istat in una nota.
Le unità di lavoro – spiega l’Istat – sono diminuite in totale del 6,9% per effetto di un calo generalizzato in tutti i comparti. La riduzione è stata dell’1,8% per agricoltura, silvicoltura e pesca, del 9,6% per l’industria in senso stretto e le costruzioni e del 6,4% per il comparto dei servizi. I redditi da lavoro dipendente pro-capite – prosegue l’Istituto – sono diminuiti nel complesso dello 0,4%, per effetto di un calo dello 0,2% fatto registrare nell’industria in senso stretto, nell’agricoltura e nei servizi, e di aumento dello 0,8 nelle costruzioni.
La produzione industriale. Ad aprile 2020, – si legge in un’altra nota diffusa dall’Istituto – inoltre, si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 19,1% rispetto a marzo. Nella media del periodo febbraio-aprile, il livello della produzione cala del 23,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile – conclude l’Istat – mostra un aumento congiunturale solo per l’energia (+0,7%), mentre ampie diminuzioni si registrano per i beni intermedi (-24,6%), i beni strumentali (-21,8%) e, in misura meno intensa, i beni di consumo (-14,0%).