All’indomani della presentazione del Piano Colao, messo a punto dalla task force istituita dal premier Giuseppe Conte e contenente 102 proposte per il rilancio dell’economia nella Fase 3 dell’emergenza coronavirus, l’ex Amministratore delegato di Vodafone raccoglie ben pochi e limitati consensi dalla maggioranza con il premier Conte che in riferimento al “Piano” lo sminuisce definendolo niente di più che “un contributo utile, una base di lavoro per arricchire il piano del governo per la ripartenza del Paese”.
Sul piano c’è poca convinzione. “Alcune proposte di Colao verranno recepite, ma il governo non può delegare le scelte. È la politica che deve decidere e fissare gli obiettivi”, dicono dalla maggioranza che vede d’accordo sulla stessa linea sia i dem che il Movimento 5 Stelle e Leu. Non la pensa allo stesso modo, invece, il leader di Italia viva, Matteo Renzi che plaude al lavoro di Vittorio Colao per aver messo a punto un “piano choc per sbloccare le opere pubbliche”. “Molto bene, il piano va nella giusta direzione. Adesso passiamo dalle parole ai fatti, non possiamo perdere neppure un secondo” afferma Maria Elena Boschi, capo delegazione renziana mentre per il coordinatore Ettore Rosato gli Stati generali dell’economia voluti da Conte si potrebbero tranquillamente “non fare” visto che “ora c’è il piano Colao” e non è il caso “di perdere tempo in riti, abbiamo bisogno di cose concrete”. Tra i sostenitori c’è poi anche Matteo Salvini che giudica molte proposte “simili a quelle che avevamo presentato noi” e lancia un appello a Conte: “Il premier lo ascolti”. Il leader di Azione, Carlo Calenda, licenzia il “Piano Colao” e le reazioni della maggioranza affermando che “Colao è stato scaricato quando la sceneggiatura delle task force è finita”.
Ma cosa è che non piace proprio alla maggioranza? A non convincere assolutamente, oltre all’approccio adottato sulla scuola, che al posto di mettere al centro gli investimenti e di usare bene le risorse, “per colmare il divario sull’istruzione rispetto agli altri Paesi europei” propone come ricetta “una fantomatica raccolta di fondi ‘Adotta una classe’” come se l’istruzione pubblica si facesse “con la beneficienza” attacca il sottosegretario De Cristofaro, è anche il capitolo fisco. L’idea di Colao di una “collaborazione volontaria” per far emergere il “contante nascosto” non piace al Pd che con il capogruppo alla Camera Graziano Delrio sostiene che “questo Paese ha il grande problema dell’evasione fiscale e deve continuare a combatterla. È stata messa in piedi la fatturazione elettronica, ci sono i mezzi per combattere efficacemente questo che è il vero cancro di questo paese, che toglie risorse alla sanità e alla scuola pubblica”, ha detto l’esponente dem. Niente applausi a Colao nemmeno dai grillini a cui non piacciono assolutamente né la deroga, per ampliare i contratti a termine, al decreto Dignità voluto dall’attuale ministro degli Esteri, Di Maio, né il condono per il lavoro in nero e i redditi non dichiarati piuttosto che la proroga delle concessioni, oppure l’eliminazione del codice degli appalti e dei limiti di spesa con il contante.
Il piano Colao raccoglie consensi nelle forze di opposizione. Se dalla maggioranza trapelano forti incertezze, il piano piace al leader della Lega Matteo Salvini che spiega come “Molti punti sono gli stessi proposti dalla Lega a marzo: taglio tasse, turismo e scuola, se anche la task force certifica che le proposte della Lega – dice l’ex ministro – sono quelle le cose che servono al Paese, speriamo che Conte almeno ascolti loro”. Anche Forza Italia plaude al piano mentre la capogruppo al Senato Anna Maria Berninisottolinea che si tratta di un elenco di “provvedimenti di buonsenso” al punto che “la maggioranza ha già cominciato a criticare”. Fuori dal coro, invece, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che critica i disincentivi all’utilizzo del contante: “Quasi come avesse eseguito i consigli di Romano Prodi, la task force di Vittorio Colao propone di tassare i prelievi al bancomat. È ora di mandare a casa l’armata brancaleone pentapiddina e tutti i tecnocrati al loro seguito, all’Italia serve subito un Governo forte che abbia come obiettivo principale quello di restituire al cittadino la libertà di fare impresa e di decidere come, quando e dove spendere i propri soldi senza che lo Stato spione stia lì a controllare e tassare per conto delle banche ogni singola transazione”.