Il Pil italiano crollerà dell’11,3% per il 2020, livello paragonabile a quello di Francia, Spagna e Regno Unito. Ma potrebbe andar peggio, se ci sarà una seconda ondata di contagi in autunno. In questo caso, la contrazione arriverebbe al 14%. Sono queste le stime dell’Ocse, secondo cui si tratta di uno sconvolgimento che ha portato conseguenza economiche “tragiche” ovunque, con una ripresa che “sarà lenta” e una crisi che avrà “effetti duraturi” con un peso maggiore sulle fasce di popolazione più vulnerabili.
Le priorità. Un evento che detta delle nuove priorità nell’agenda delle politiche economiche e non solo, a partire dalla necessità di cooperare per trovare un vaccino per arrivare alla creazione di percorsi di riqualificazione dei lavoratori in cerca di nuove occupazioni, garantendo una rete di protezione alle persone che rischiano di restare ai margini della società. A livello globale, l’Ocse prevede una contrazione del 6% del Pil 2020 a causa della crisi pandemica. Fino a quando non sarà stato trovato un vaccino “l’economia globale camminerà su una corda”, avverte l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
I rischi. Al di là dei rischi di breve termine legati alla crisi pandemica, il principale rischio riguarda la forza e la durata della ripresa. Il settore del turismo in Italia – si legge nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive economiche dell’Ocse – è particolarmente vulnerabile ad una crisi prolungata dello scenario cosiddetto a ‘doppio impatto’ (vale a dire con una seconda ondata di virus nel 2020), perché il turismo rischia di indebolirsi a medio termine come anche le piccole imprese del settore, 52.000 solo per quanto riguarda gli alloggi.