A fronte di una media del 9,8% sul totale campione, il 13,1% dei ristoratori e dei proprietari di bar dichiara di avere sentito personalmente notizie di pressioni usuraie su imprese del proprio settore e della propria zona. Anche quest’evidenza è coerente con le attese a priori: più fragile è l’impresa, più elevata è la pressione. E i settori del food away from home sono certamente quelli che più hanno sofferto e più stanno soffrendo perdite di fatturato e di reddito, diventando così più esposti alle pressioni della criminalità. Lo rileva l’indagine Confcommercio-Format.
I dati. Una percentuale analoga (8,8%;) a quella registrata per l’usura si rileva rispetto alla notizia acquisita attraverso canali personali per quanto riguarda le imprese che hanno subito dei tentativi di essere acquisite per un prezzo fuori mercato, ossia molto inferiore o molto superiore a quello reale, sempre nella medesima zona dove operano con la propria attività. La notizia di accadimenti del genere è stata appresa in prevalenza, anche in questo caso, attraverso il passaparola tra imprenditori.
I prezzi. Non deve stupire la formulazione della domanda nei termini di “prezzi fuori mercato”. Prezzi troppo bassi o troppo elevati indicano un’anomalia nel libero gioco delle forze imprenditoriali; prezzi troppo elevati, per esempio, tradiscono sovente l’intento acquisitivo di attività reali finalizzato al riciclaggio, un tema, purtroppo, non nuovo nel panorama italiano.
La fragilità dell’impresa. Come nel caso dell’usura, gli imprenditori impegnati nella ristorazione o nella gestione di un bar mostrano un’accentuazione significativa nell’autodichiarazione di conoscenza di notizie di tentativi criminali attraverso canali personali: rispetto alla media del campione dell’8,8%, la conoscenza in questo settore raggiunge il 14,5%. La fragilità dell’impresa ne accresce l’esposizione ad acquisizioni da parte di soggetti criminali.
Le risposte sui due fenomeni. Il risultato robusto che si ottiene è che una frazione prossima al 10% degli imprenditori appare esposta a pressioni della criminalità, almeno per quanto riguarda i due specifici temi dell’acquisizione anomala dell’attività e del prestito a usura. Ma, al di là delle modalità con cui gli imprenditori ne sono venuti a conoscenza, circa il 60% degli imprenditori esprime preoccupazione per questi fenomeni, soprattutto in un momento di gravissima crisi economica come quello attuale. E di questi, quasi 1 su 5 è molto preoccupato per il verificarsi di questi atti criminali nel proprio quartiere o nella zona dove svolge la propria attività.
L’azione delle forze dell’ordine. Il 67,4% delle imprese intervistate ritiene, comunque, “molto” o “abbastanza” efficace l’azione delle Forze dell’ordine e della Magistratura, per contrastare l’azione della criminalità contro le imprese e il 66% del campione ritiene “molto” o “abbastanza” efficaci le diverse forme di collaborazione in atto tra Autorità centrali e locali, Forze dell’Ordine e Magistratura da una parte e Associazioni di categoria degli imprenditori e altre forze della società civile dall’altra per contrastare l’azione della criminalità ai danni delle imprese.
Necessarie le denunce. Il 60% circa degli intervistati ritiene che l’imprenditore che si trova alle prese con i fenomeni criminali dell’usura e del tentativo della malavita di impadronirsi delle imprese deve denunciare subito alle Forze dell’Ordine o comunque alla Magistratura il reato del quale è rimasto vittima. Il 33% delle risposte indica un’assenza di strategie rispetto alle pressioni criminali (“non saprei cosa fare”) e solo un’esigua minoranza appare completamente sfiduciata (“non si dovrebbe fare niente poiché è inutile”).