Le Borse europee partono con l’ultima seduta della settimana in ribasso, a causa dell’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina. A Piazza Affari, tra le peggiori del Ftse Mib c’è Fca (-2,8%) dopo che alla vigilia, a mercati chiusi, Moody’s ha confermato il rating Ba1 con outlook “in evoluzione” (da “sotto revisione”).
I dati. In calo tutto il comparto legato ai motori, da Cnh (-2,3%) a Pirelli (-2%). Realizzi su Ferragamo (-2,7%) che arrivano dopo i rialzi a due cifre della vigilia per il cambio di governance con il ritorno dell’ex ad Michele Norsa come vicepresidente esecutivo. Deboli i bancari mentre si salva DiaSorin (+1,5%). In rosso anche Atlantia (-0,9%) sulle fibrillazioni col governo sulle concessioni e l’ingresso di eventuali soci di minoranza.
Lo spread tra BTp e Bund torna sopra quota 190 sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato. Alla vigilia, sfruttando l’ottimismo per l’approvazione del Recovery Fund europeo, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (IT0005403396) e il pari scadenza tedesco era sceso fino a chiudere a 188 punti base, ai minimi dalla fine di marzo.
Le Borse asiatiche sotto pressione mentre gli investitori attendono la risposta di Washington alla Cina che ha rafforzato il controllo sulla città di Hong Kong. Il Nikkei ha chiuso registrando una perdita dello 0,18%, mentre gli indici cinesi si sono mossi contrastati. Gli indici future sull’Europa, Dax e Cac, aprono la giornata con segno negativo. Giù anche il petrolio nell’ultima seduta della settimana, dopo che i dati sulle scorte settimanali americane hanno messo in luce una domanda debole di greggio e benzina negli Stati Uniti, primo consumatore mondiale.