Abbiamo appreso dagli organi di stampa un comunicato del gruppo Jabil in cui, la multinazionale spiega in maniera distorta le motivazioni che l’hanno spinta ad interrompere il negoziato con le organizzazioni sindacali, Ministero del lavoro e assessorato alla regione Campania. Lo comunica in una nota il Segretario Generale Fim Cisl Campania, Raffaele Apetino.
Il motivo vero dello stop alla trattativa, dopo 73 ore di confronto serrato, è la pregiudiziale posta dall’azienda alle parti trattanti, che prevedeva, l’avallo preventivo ai licenziamenti da parte del governo e delle organizzazioni sindacali a fronte di una nuova apertura della procedura di licenziamenti collettivi.
Abbiamo respinto da subito la richiesta scellerata della multinazionale americana, in quanto in contrasto evidente sia con la normativa europea in materia di riduzione di organico, sia con i principi sindacali che assolutamente consentono di avallare il licenziamento dei lavoratori.
Come Fim continuiamo a sostenere che l’obiettivo del confronto era e resta quello di evitare i licenziamenti, creando un percorso di ricollocazione certo e di prospettiva ai lavoratori in esubero e garantire un processo industriale ai restanti 350 lavoratori del sito di Caserta.
Nel corso della negoziato, le parti avevano condiviso un’intesa di massima che prevedeva il ritiro dei licenziamenti e un ulteriore utilizzo della Cassa Integrazione Covid per altre 5 settimane più una serie di strumenti di sostegno ai lavoratori da parte del Governo. Inoltre durante la 3 giorni negoziale ci sono state manifestazioni di interesse concreto da parte di primarie aziende del settore metalmeccanico per l’assunzione dei lavoratori in esubero da Jabil.
La FIM ritiene che il lavoro svolto dalle organizzazioni sindacali insieme al Ministro Catalfo, all’Assessore Regionale al Lavoro della Campania Sonia Palmeri non possa essere vanificato da un comportamento aziendale vergognoso che punta esclusivamente al licenziamento senza il minimo rispetto verso i lavoratori e le istituzioni.