Una serrata trattativa tra Governo e sindacati si sta svolgendo per cercare di trovare una soluzione con la multinazionale americana allo scopo di scongiurare il licenziamento di 190 dipendenti della sede Jabil di Marcianise, in provincia di Caserta. Come punto di partenza, sul tavolo c’è la possibilità di procedere ad un rinvio del provvedimento di licenziamento anche se i sindacati chiedono un ritoro definitivo dei licenziamenti.
Il confronto tra il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, i sindacati di categoria e la Jabil, infatti, sembra dirigersi verso il congelamento della procedura di licenziamento collettivo che l’azienda aveva avviato lo scorso 24 giugno e che era pronta a portare a termine nonostante la situazione provocata dall’emergenza coronavirus. In una nota diffusa i giorni scorsi, l’azienda aveva motivato la decisione spiegando che “da diversi anni a questa parte il sito Jabil di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante, volumi in calo e risorse sotto-utilizzare”.
Le richieste dei sindacati. Intanto le sigle sindacal Fim, Fiom, Uilm e Failms, che non avevano perso tempo a rispondere proclamando lo sciopero ad oltranza qualora si procedesse ai licenziamenti, attraverso una nota congiunta hanno lanciato alla multinazionale un nuovo messaggio: “La richiesta comune all’azienda, sia da parte delle organizzazioni sindacali che del governo, – spiegano i sindacati – è stata quella di non procedere con la procedura di licenziamento collettivo per 190 lavoratori. Cillo, massimo dirigente della Jabil Italia, ha chiesto un giorno di tempo per confrontarsi con il board americano, affermando di non poter assumere una decisione diversa da quella annunciata. Come Fim, Fiom, Uilm e Failms – proseguono – ribadiamo che la decisione dell’azienda oltre ad essere assolutamente intollerabile è anche illegale, poiché arriva in un momento di emergenza sanitaria ed economica talmente grave da aver portato l’esecutivo italiano a chiedere il blocco dei licenziamenti su tutto il territorio nazionale”. Quanto allo sciopero annunciato, infine, i sindacati sottolineano che è confermato e spiegano che “si stanno valutando ulteriori forme di mobilitazione, per difendere non solo l’occupazione di un sito produttivo ma anche la tenuta di una realtà come quella casertana, già fortemente in difficoltà”.