Facendo la coda fuori dalla banca, senza potere poi entrare perchĂ© non avevo l’appuntamento e poi fuori dalla porta di un ufficio postale, regolarmente dotato di mascherina e guanti, e infine acquistando un medicinale che mi veniva passato dalla porta della farmacia, ho capito sino in fondo il senso piĂ¹ banale, ma anche concreto, del new normal.
La tavola rotonda Move Fast and Be Smart del 12 maggio ha provato a delineare alcune traiettorie new normal assieme a Raoul Nacamulli, docente di organizzazione aziendale all’Università di Milano Bicocca, Marco Scotti HR di Basf e Graziella Rifino, Hr Industrial Manager di Furla. Grazie alla visione di un noto esperto di organizzazione aziendale e al racconto di due aziende con modelli di business differenti, si è potuti passare dalla esperienza concreta della gestione della crisi alla visione di cosa sarà il prossimo futuro.
Il Covid19 ha colpito le aziende in modo diverso. La varietĂ e la differenza dei business ha necessariamente caratterizzato la differenza delle risposte alla crisi, anche se entrambi i settori presenti, chimica e fashion, sono settori abituati a confrontarsi con il rischio di crisi ed emergenze o con la rapiditĂ di cambiamenti delle mode e dei mercati. Mentre la chimica ha continuato a produrre, la moda si è fermata, ha chiuso i negozi, ha ristrutturato la produzione. Ha colpito nel dibattito la concretezza con cui le aziende presenti hanno affrontato queste sfide, mantenendo un atteggiamento solidaristico verso i dipendenti e l’ambiente sociale, avviando iniziative di raccolta fondi, ristrutturando la produzione in modo di incidere il meno possibile sul salario attraverso la riduzione della cassa integrazione al minimo. Ăˆ emerso lo spirito costruttivo e l’atteggiamento positivo con cui si è deciso rapidamente per cambiamenti nei processi e nelle abitudini, al fine di preservare la business continuity.
Lo smart working ha segnato entrambe le esperienze, in un caso anche se non era mai stato fatto e la cultura aziendale era poco propensa a farlo, nell’altro, dove progetti di smart working erano stati avviati precedentemente, ampliando in modo significativo la quota di chi si è trovato a lavorare da casa. Guardando al prossimo futuro, consapevoli dei limiti che lavorare da casa comporta alla socialitĂ e alle relazioni sul posto di lavoro, sicuramente lo smart working sarĂ un lascito del coronavirus. Il dibattito ha aiutato a tracciare il percorso su cui si sta avviando il new normal della fase post emergenza Covid19. Se il rischio dell’effetto elastico puĂ² esserci, ossia che tutto torni come prima, molti segnali fanno prevedere che diverse cose cambieranno.
La digitalizzazione dei processi aumenterĂ e segnerĂ il nostro modo di lavorare, di fare riunioni, di fare formazione. I modelli organizzativi si evolveranno, integrando ampie quote di robotizzazione e digitalizzazione nella operativitĂ e aprendosi sempre piĂ¹ al commercio on line e alla omnicanalitĂ . La rete di fornitori sarĂ ristrutturata, in special modo per quanto riguarda quelli piĂ¹ lontani o asiatici. Uno sforzo dovrĂ essere dedicato all’engagement dei dipendenti e a trovare soluzioni organizzative che salvaguardino quegli aspetti di relazione con i capi, i colleghi, i clienti e i fornitori non sostituibili con relazioni da remoto. Le culture organizzative dovranno evolversi, assimilando valori e modalitĂ di gestione delle persone per alcuni nuovi. E’ impensabile, infatti, mantenere comportamenti come il comando e il controllo, quando la comunicazione è a distanza e il collaboratore lavora da casa. La societĂ di consulenza Global Workplace ha calcolato, per esempio, che il lavoro virtuale fa risparmiare 11000 dollari l’anno tra affitto, forniture e spese di manutenzione per ogni lavoratore.
L’ufficio non sarĂ piĂ¹ lo stesso, ma i capi saranno all’altezza della nuova situazione? Quale è stata la reazione dei manager durante la crisi e quanto saranno capaci di gestire il cambiamento anche nel futuro? Di questo parleremo nella tavola rotonda del 20 maggio con Marco Monga, Direttore RU dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Claudio Galli, Direttore RU di Lombardini Kohler e Presidente AIDP Emilia Romagna e due coach esperte, Mascia Bertoni e Cosetta Olive. La partecipazione al dibattito sarĂ assicurata, anche questa volta, dalla piattaforma Synthetron. Per iscriversi [email protected].