Maggiore professionalità, meno ‘abusivi’, più opportunità per i giovani e uno sguardo proiettato verso il futuro e le nuove tecnologie. E’ quanto si attendono per il futuro i fotografi italiani, specie dopo l’approvazione e l’entrata in vigore della legge sulle professioni non regolamentate, che interessa, appunto, anche i fotografi.
“Abbiamo lavorato -spiega a Labitalia Andrea Nannini, responsabile nazionale fotografi di Cna comunicazione, l’organizzazione più rappresentativa che rappresenta circa 4mila fotografi- per dare nuove opportunità, sia a difesa dei consumatori che a difesa degli operatori. Lo abbiamo fatto con la norma Uni che è stata approvata a febbraio, con la legge sulle professioni non regolamentate, anche questa approvata a inizio anno, e quindi la costruzione di una struttura dove il fotografo sia riconoscibile, riconosciuto e adeguato per quello che il mercato chiede. In modo tale che il consumatore compri un prodotto -sottolinea Nannini- e lo paghi per quello che vale”.
La preparazione e le competenze saranno quindi le ‘stelle polari’ dei fotografi italiani del futuro. “A seguito della normazione naturalmente -spiega Nannini- ci dovrà essere un esame per essere certificati. Un fotografo certificato sarà un fotografo di qualità che ti garantisce un prodotto che fa”.
Nei prossimi anni, secondo Nannini, nella professione non ci dovrà essere spazio per ‘abusivi’ e addetti con poche competenze. “L’obiettivo è anche quello -spiega Nannini- di costruire un futuro per le nuove generazioni. Noi abbiamo contribuito a tanta parte del successo del ‘made in Italy’ negli anni del boom, legato alla professionalità dei nostri fotografi, grafici e operatori della pubblicità in genere. Alcune delle pubblicità più belle del mondo arrivano dai nostri operatori”.
La qualità deve essere quindi la linea guida principale dell’operato di un fotografo professionista. “La legge, la norma e la certificazione a seguire -spiega Nannini- ci devono servire per costruire un paesaggio di legalità. Perchè ci sono due direttrici: una è quella della difesa della legalità fiscale, e l’altra è la qualità del prodotto. Dobbiamo essere sempre più -spiega Nannini- innovativi, geniali, creativi. Ma anche molto professionali, tenere ben in mano lo strumento. Questo serve per garantirci un futuro, perchè la memoria del nostro Paese passa attraverso -rimarca Nannini- la conservazione della nostra memoria. E questo bisogna che lo facciano i professionisti”.
Per Nannini, “il suggerimento base per i giovani è sempre quello di studiare: farsi una base di cultura anche più ampia di quella fotografica, conoscere la pittura, la fotografia, e conoscere anche la filosofia”. “Il futuro che si disegna per i giovani, sia nell’area video che nell’area fotografica, è un futuro affascinante quanto difficile”, sottolinea.
Migliorare la qualità attuale nel settore fotografico è, secondo Nannini, fondamentale. “E’ chiaro che in questo momento -spiega- abbiamo materiale di qualità scadente, la maggior parte dei cataloghi sia video sia fotografici sono inguardabili. E questo poi limita anche le vendite perchè chiaramente un utente che vede una foto brutta non va a ricomprarne. Bisognerebbe che ci fosse -aggiunge Nannini- un po’ più di attenzione da parte di tutti gli attori che stanno sul mercato della fotografia e della comunicazione. E’ importante studiare, prepararsi, conoscere bene la fotografia digitale ma avere anche delle basi solide di fotografia analogica”.
Ma il fotografo 2.0 dovrà avere anche tante altre qualità e competenze. “Un altro segreto del fotografo, di quello vero, che sarà capace -spiega Nannini- di passare la crisi, sta nel capire la psicologia del cliente. Noi non ci siamo impegnati abbastanza nel marketing, abbiamo una serie di fotografi importanti, di qualità, che garantiscono un prodotto all’altezza del mercato. Però poi -spiega Nannini- non le sanno vendere”.
Limiti che, secondo Nannini, vanni superati. “Alla fine molti colleghi -spiega Nannini- non riescono a comunicare al cliente la reale qualità del loro prodotto e questo è un grandissimo limite, che le nuove generazioni devono superare. Devono acquisire codici di linguaggio adeguati al mercato e il consumatore deve capire che il primo soggetto, anche il più importante, per l’operatore, è lui”.
Per Nannini, ci deve essere linea dura sugli ‘abusivi’, fotografi improvvisati per matrimoni e battesimi. “Il fotografo come tutti i professionisti garantisce la certezza dell’evento, con l’abusivo invece non c’è garanzia. Un professionista non ha un margine di errore, non può e giustamente non deve mai sbagliare. E chi è preparato garantisce questo”.
“La foto del professionista -continua Nannini- è diversa, è professionalizzata, non è come tutte le altre. E’ la mia cultura, ci metto la mia anima. Perchè ho studiato quello, come un medico, come qualsiasi professionista”.
E da Nannini arriva anche un appello ai colleghi: “Continuiamo a crederci, ad essere il più compatti possibili, a non essere attratti dalle sirene. La nostra professione deve essere tramandata. Questo passaggio della crisi -conclude- è stato durissimo ma non ci piegherà, non ci può piegare, siamo i fotografi italiani”.