Milioni di euro di danni con terreni sott’acqua, alberi e vigneti divelti, frutti sbattuti a terra, semine perdute, teloni strappati con corsi d’acqua esondati, frane e smottamenti nelle campagne per effetto dell’ondata di maltempo che ha colpito, con precipitazioni violente e vento forte a macchia di leopardo, la Penisola dal nord a sud dove si fa il conto anche delle perdite provocate dal caldo intenso che ha favorito gli incendi.
Lo studio. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sull’andamento climatico anomalo con temperature bollenti nelle regioni del sud e l’allerta meteo della protezione civile in Liguria e su alcuni settori di Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna. La grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi si abbattono su verdure, frutta e cereali provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro.
I danni. In Lombardia a Milano il nubifragio ha provocato danni nei campi a sud del capoluogo, in particolare nelle risaie dove – precisa la Coldiretti – si stanno preparando le semine ma risultano allagate anche stalle e abitazioni rurali, mentre in Piemonte nella zona di Alessandria dove ha colpito la grandine si registrano danni a coltivazioni di ortaggi e vigneti.
Le regioni più colpite. In Puglia – continua la Coldiretti – si contano i danni delle trombe d’aria che con raffiche di vento oltre i 25 nodi si sono abbattute in provincia di Bari, strappando le ciliegie dagli alberi e spazzando teloni e tralci dei vigneti di uva da tavola. In Sicilia – continua la Coldiretti – lo scirocco ha favorito il divampare degli incendi con una ondata di calore senza precedenti che ha causato la “cascola” la caduta dei frutti di mandorle, pere e susine, ancora troppo piccoli per resistere al caldo con temperature oltre i 40 gradi.
Le conseguenze. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.