Sarà l’Italia a subire maggiormente gli effetti negativi della pandemia di Coronavirus. A confermarlo sono le stime tecniche della Commissione europea, che vedono le economie dell’Ue in calo mediamente del 7,7%, e in Italia sarà -9,5% quest’anno. Peggio solo la Grecia (-10%), ma per Atene la base di partenza è ben diversa e le ragioni sono anche altre.
Crollo dell’attività economica. I tecnici della Commissione parlano di “recessione di portata storica” e di “economia in stato di ibernazione”. I dati in tempo reale – si legge nel rapporto di primavera – indicano che l’attività economica in Europa è crollata a una velocità inedita nelle ultime settimane, e le misure di contenimento messe in campo dai Paesi membri a metà marzo per rispondere alla crisi hanno messo l’economia in uno stato di ibernazione.
I dati. Vista la gravità di questo shock a livello mondiale senza precedenti, è ora abbastanza chiaro che l’Ue sia entrata nella più profonda recessione economica della sua storia. Per l’Italia è previsto poi un rimbalzo del 6,5% nel 2021. Pesanti anche i dati della disoccupazione, che dovrebbe subire un incremento quest’anno di oltre due punti percentuali per poi riportarsi nel 2021 poco al di sopra del 10%, cioè sui livelli attuali.
Le stime Fmi. Proprio recentemente erano state pubblicate le stime del Fondo Monetario Internazionale, che stimava un calo del Pil mondiale intorno al 3% e del 9,1% per quello italiano. E se le stime dell’Fmi sull’Italia per il 2020 prevedono un calo relativamente più contenuto, lo stesso vale per il rimbalzo del 2021, che sarebbe solo del 4,8%, contro il 6,5 previsto dall’Ue. Previsioni che richiedono la massima accortezza e che dipendono in buona parte dalla durata della pandemia e dalle misure di contenimento che potrebbero essere adottate in caso di nuove ondate.