Renzi ha la mentalità del protagonista, non del co-protagonista. Se c’è una certezza nella politica italiana della “terza repubblica“ è la scaltrezza e l’ambizione politica di Renzi. Mentre la seconda componente è pressoché comune a chiunque fa politica, la “scaltrezza visionaria” è un elemento non comune. Renzi è scaltro ma utilizza questa caratteristica per sostenere comunque un disegno politico ambizioso e duttile, ossia adeguato ai tempi. Lasciata alle spalle la prima grande stagione del Renzi vincente e centrale della politica italiana, che l’ha visto all’apice come premier prima e in fono come “semplice” senatore poi, il leader di Italia Viva si sta preparando alla rivincita. Un disegno partito tempo fa (ecco perché Renzi farà cadere il Governo Giallo Rosso). Ecco le tre mosse della sua strategia per tornare al centro della politica italiana.
Prima mossa. Riorganizzarsi. Questa fase della strategia di Renzi ha preso inizio con la scissione dal Pd e la fondazione di Italia Viva, partito moderato e che possiamo collocare al centro dello spazio politico italiano. Al momento i sondaggi lo danno intorno al 3 o 5 per cento. Passata la fase emergenziale di questi mesi che ha in parte “drogato” e catalizzato i consensi verso Conte, vedremo il vero peso elettorale di ciascuno. Questa mossa di Renzi finalizzata a “esplodere” il suo potenziale elettorale è, tuttavia, già vicina ad una fase definitiva che porta ad una considerazione: Renzi da solo non sfonda. Ecco allora la seconda mossa.
Seconda mossa. Riorganizzare il centro. Dopo aver riorganizzato se stesso fondando un partito di centro, adesso è l’ora di lavorare alla ricostruzione e convergenza dell’intera area del centro dislocato sulle due sponde dello scacchiere politico italiano: Forza Italia, Azione (Calenda) e Italia Viva. L’obiettivo è quello di favorire la costruzione di un unico grande partito (o federazione) di centro facendo convergere nel progetto le forze centrali dei due schieramenti. I tre partiti presi singolarmente sono marginali nei rispettivi schieramenti e poco influenti. Ma, in un nuovo scenario politico fondato probabilmente sul proporzionale, un partito di centro che può puntare al 15 per cento dei consensi, diventa decisivo per la formazione di qualsiasi governo. E’ l’ago della bilancia. Avremo un “tripolarismo perfetto” in cui il neo partito centrista è quello che da le carte. Diventerebbe una sorta di “partito istituzionale” e imprescindibile. Perché Forza Italia e Calenda dovrebbero accettare un simile scenario? Semplice, perché da soli contano poco, al contrario uniti sono il centro, in tutti sensi, della politica italiana.
Terza mossa. La leadership del nuovo centro. E’ evidente che Renzi è l’unico vero leader di questo schieramento apprezzato elettoralmente, e non solo, da dagli elettori moderati di entrambe le coalizioni politiche attuali. E poi, sarebbe il vero erede di Berlusconi e di una parte del suo elettorato. Lo sarebbe per indole ma anche per ragioni anagrafiche: Renzi ha 45 anni, Berlusconi 83. In tutto questo Calenda avrebbe un importante ruolo di co-protagonista.
Le mosse del piano politico renziano cominciano già a delinearsi e a farne le spese sarà il Governo Conte. Il nuovo governo che verrà e che vedrà insieme Forza Italia, Italia Viva e Azione sarà l’incubatore di questo disegno.