“Il mercato internazionale è bloccato, ed è difficile che i flussi di viaggiatori tornino a regime prima del 2021, il governo deve fare molto di più.” Corrado Luca Bianca, coordinatore nazionale di Assoturismo (Confesercenti), ha commentato così le allarmanti condizioni in cui è attualmente paralizzato il turismo italiano. L’emergenza Coronavirus ha infatti ha azzerato il flusso turistico nel nostro paese per i mesi di marzo e aprile, determinando una perdita in termini di consumi di oltre 3 miliardi di euro. Ma il quadro si fa tragico, soprattutto se si pensa all’immediato futuro: fino a quando infatti non verrà individuato il vaccino, è verosimile che il settore subirà un rallentamento considerevole, con conseguenti immaginabili sulle imprese e i lavoratori coinvolti nella filiera.
“Le imprese del settore si trovano a fare i conti con l’azzeramento dei ricavi degli operatori del settore. Le imprese ed i professionisti di tutti comparti, hanno visto cancellarsi completamente i propri fatturati”. Ma soprattutto “il mercato internazionale – fa notare Bianca – è bloccato, ed è difficile che i flussi di viaggiatori tornino a regime prima del 2021”. Stando infatti a quanto stimato dal Centro Studi Turistici Firenze per Assoturismo già solo nei mesi di marzo e aprile il coronavirus ha fatto azzerare le attività turistiche, “per un totale di 10,5 milioni di viaggiatori svaniti e – riporta il sito dell’Associazione – di 3,3 miliardi di consumi turistici perduti”. Proprio nel momento in cui si sarebbe dovuta riaprire la stagione primaverile – con un incremento notevole dei consumi – si registra un vero e proprio arresto, destinato ad aggravarsi sempre di più: World Travel end Tourism Council (WTTC) ha calcolato infatti che entro il 31 maggio saranno ben 30 milioni i turisti in meno in Italia.
“Il Governo deve fare molto di più: alzare la soglia dei prestiti garantiti al 100%, portandola da 25mila ad almeno 50mila euro, e prevedere almeno una parte in fondo perduto ed un sensibile allungamento dei tempi di restituzione rispetto a quelli previsti” è l’appello di Bianca. Il coordinatore ha inoltre insistito sulla necessità di prevedere “un fondo di emergenza per il turismo, attraverso cui riconoscere un indennizzo proporzionale al decremento di fatturato registrato durante l’emergenza e coprire le insolvenze e i fallimenti degli operatori della filiera”. Urgenza sottolineata dallo stesso presidente nazionale, Vittorio Messina: “finora il Governo – si legge sul sito di Assoturismo – non ha fatto abbastanza per alleviare la crisi del turismo. Imprese e operatori hanno visto crollare completamente i fatturati. L’indennità di 600 euro, che può essere utile per la sussistenza, non è un aiuto adeguato a sostenere uno dei settori chiave dell’economia italiana nel suo momento più difficile.”
Forti critiche ha infatti attirato lo stesso Decreto Liquidità, a proposito del quale Messina ha chiarito: “Il Dl Liquidità, così com’è, non è utile a sostenere le imprese del turismo nella fase più critica della loro storia”. Un provvedimento che – aggiunge Messina – non solo delude le aspettative iniziali, ma che soprattutto non è in grado di dare una risposta concreta a quello che è lo stato attuale del settore. Nelle parole del presidente di Assoturimo appare infatti in tutta la sua evidenza la criticità della situazione – Messina parla di “catastrofe dello zero tourism” – che non ha risparmiato nessuno dei comparti del settore: dagli alberghi, alle guide turistiche, passando per le agenzie di viaggi fino anche agli stabilimenti balneari, il cui futuro è ad oggi più incerto che mai.
“Ci sono migliaia di imprese e di posti di lavoro a rischio” ricorda Bianca, ma non solo. Quello del turismo è un settore fondamentale dell’economia italiana, in quanto da solo costituisce il 12, 3% del Pil nazionale e raccoglie il 15% degli occupati totali. Numeri che non possono essere tralasciati e che fanno intuire quanto gravi potrebbero essere le conseguenze di un suo collasso sugli equilibri economici dell’intero paese.