A febbraio si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca del 2,1% rispetto al mese precedente; nella media degli ultimi tre mesi l’indice generale è rimasto pressoché stabile, con una variazione del +0,1% rispetto alla media dei tre mesi precedenti. A rilevarlo è l’Istat in una nota.
I dati. Anche gli ordinativi – spiega l’Istituto – registrano a febbraio un calo congiunturale del 4,4%, mentre nella media degli ultimi tre mesi sono aumentati dello 0,4% rispetto alla media dei tre mesi precedenti. La dinamica congiunturale del fatturato riflette variazioni negative sia sul mercato interno (-2,3%) sia su quello estero (-1,5%). Per gli ordinativi la diminuzione congiunturale deriva da andamenti analoghi per le commesse provenienti dal mercato interno e per quelle provenienti dall’estero (-4,4% le prime e -4,3% le seconde).
I raggruppamenti principali di industrie. A febbraio – si legge nella nota – tutti gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un calo congiunturale: -1,0% i beni di consumo, -1,3% i beni intermedi, -1,4% i beni strumentali e, in misura molto più accentuata, l’energia (-11,5%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2019), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,9%, sintesi di una modesta riduzione dello 0,3% per il mercato interno e un marcato aumento del 3,3% per quello estero.
Il comparto manufatturiero. Il settore dei mezzi di trasporto – prosegue l’Istat – registra la crescita tendenziale più rilevante (+14,1%), mentre l’industria della raffinazione del petrolio mostra il calo maggiore (-9,2%). In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi diminuisce del 2,6%, con una marcata riduzione del mercato interno (-4,2%) e una sostanziale stabilità per quello estero (-0,2%). La maggiore crescita tendenziale – conclude l’Istat – si registra nell’industria farmaceutica (+8,3%), mentre il peggior risultato si rileva nell’industria tessile e dell’abbigliamento (-9,1%).