Mentre gli italiani contano i giorni che mancano alla fine della quarantena, il governo è alle prese con la stesura del nuovo decreto legge di aprile. Tra le novità più importanti – ha annunciato – il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Lucia Catalfo, un reddito di emergenza per tutti i lavoratori in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19 e non aventi diritto al tanto discusso bonus di 600 per partite Iva e autonomi, previsto dal precedente Dl. Ma il Rem – strumento proposto e fortemente voluto dal M5S – sarà sufficiente ad evitare lo stallo dell’economia italiana? Ne abbiamo discusso con l’On. Celeste D’Arrando (M5S), portavoce e già capogruppo in Commissione Affari Sociali e Sanità alla Camera per il MoVimento Cinque Stelle.
Ritiene che il Rem possa essere, oltre che un paracadute per la sopravvivenza dei cittadini più in difficoltà, anche uno strumento per evitare il collasso dell’economia? Una cosa non esclude l’altra. Il Governo ha da subito stanziato miliardi di euro per la cassa integrazione dei lavoratori dipendenti, per le partite Iva e gli autonomi. Ma c’era una parte di popolazione che era rimasta scoperta. Per questo ci siamo subito messi al lavoro per quello che il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha chiamato un “ulteriore salvagente”, ovvero il reddito di emergenza. Parliamo di 3 miliardi destinati a tutte le persone rimaste fuori dagli aiuti. In questo modo potranno usufruire di un sostegno economico che gli consentirà, per esempio, di fare la spesa.
Matteo Renzi (Iv) ha sottolineato l’efficacia solo momentanea di questo strumento, ribadendo invece la necessità di dare liquidità alle imprese. Cosa ne pensa? Quali sono ora le priorità del paese: fornire un aiuto ai cittadini o garantire la tenuta del sistema economico? Con il Cura Italia e il decreto Liquidità abbiamo previsto una serie di misure che permettono alle piccole e medie imprese del nostro Paese di poter respirare in questo momento di forte crisi per tutti. Complessivamente verranno mobilitati 750 miliardi per rilanciare il sistema produttivo italiano. Tra le varie misure è stato potenziato il Fondo di Garanzia alle PMI con oltre 1 miliardo di euro, estendendolo anche alle imprese agricole. Inoltre, è prevista la possibilità di concedere garanzie statali sui prestiti bancari, per le imprese di grandi dimensioni e le PMI, inclusi lavoratori autonomi e liberi professionisti. A queste misure, ne seguiranno altre. Sono poi stati stanziati 4,3 miliardi per i Comuni, a cui si sommano i 400 milioni per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa, che consentiranno di dare un aiuto immediato a chi ne ha più bisogno. Ma, a differenza di Matteo Renzi, il governo si sta occupando di tutti. Sostenere le imprese non significa lasciare sole persone. Il nostro compito, quello della politica, è di trovare soluzioni in ogni ambito, senza esclusioni.
Questione fondi: l’Italia ha abbastanza risorse per finanziare queste misure? Teme – qualora fosse necessario – un no da parte dell’Europa in fatto di sostegno economico? Il nostro Paese sta mettendo in campo tutti gli strumenti possibili per sostenere l’economia ed uscire presto dall’emergenza. È ovvio che questo è il momento dell’unità e della solidarietà e l’Europa ora deve dimostrare coraggio.
Questione Mes: perché il M5S è così categorico nel respingerlo? Quali sono i pericoli maggiori per in nostro paese nel caso dell’attivazione di quest’ultimo? Come ha ribadito più volte anche il premier Conte, per noi gli eurobond sono la soluzione più adatta per uscire da questa crisi. Ribadiamo che per noi si tratta di uno strumento inefficace, che compromette il futuro dei cittadini e ricordiamo che le condizionalità vengono eliminate solo per l’accesso al credito, ma non per la restituzione. Come ho detto prima, per noi lo strumento più adatto è quello degli eurobond.
Lei è membro della Commissione Affari sociali e sanità, quale è secondo la più grande lezione – per quanto riguarda la nostra sanità – che l’Italia può e deve apprendere dall’emergenza Coronavirus? Quello che è emerso da questa emergenza è la conferma che il nostro Servizio sanitario è uno dei migliori. Medici, infermieri e Operatori Socio Sanitari insieme a tutto il personale sanitario e sociosanitario, lavorano senza sosta e stanno portando avanti un lavoro enorme che merita solamente rispetto. Purtroppo, però, sono emerse le criticità che noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre denunciato negli anni precedenti. Parlo dei tagli alla Sanità, ben 37 miliardi in meno, che progressivamente hanno indebolito il Servizio sanitario, ma anche la necessità di potenziare e riorganizzare la rete territoriale, uscendo da una visione ospedalocentrica che in situazioni come queste mostra tutte le sue lacune. Il lavoro che stiamo portando avanti da quando siamo al Governo è proprio quello di finanziare la Sanità e non tagliarla, per garantire finalmente il diritto alla Salute per tutti.