A febbraio 2020 si stima una crescita congiunturale per le esportazioni (+1,1%) e una flessione ampia per le importazioni (-3,8%). L’aumento congiunturale dell’export è dovuto in particolare all’incremento delle vendite verso l’area Ue (+1,8%) mentre quello verso i mercati extra Ue è contenuto (+0,3%). Nel trimestre dicembre 2019-febbraio 2020, rispetto al precedente, si rileva un aumento sia delle esportazioni (+0,6%) sia delle importazioni (+1,1%). Questi i dati che emergono da una nota diffusa dall’Istat.
I settori coinvolti nella crescita. A febbraio 2020, – spiega l’Istat – la crescita su base annua dell’export è pari a +7,0% ed è determinata dall’aumento delle vendite registrato sia nell’area Ue (+8,0%), con maggiore intensità, sia in quella extra Ue (+5,9%). La lieve diminuzione tendenziale delle importazioni (-0,7%) è sintesi dell’incremento degli acquisti dall’area Ue (+1,8%) e del loro calo dai mercati extra Ue (-4,0%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente alla crescita tendenziale dell’export nel mese di febbraio 2020 – prosegue l’Istituto – si segnalano articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+41,2%), altri mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+14,4%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+11,9%).
I dati. Su base annua, – rileva l’Istat – i paesi che contribuiscono in misura maggiore all’incremento delle esportazioni nazionali sono Stati Uniti (+22,3%), Germania (+6,8%), Francia (+7,5%), Belgio (+20,2%) e Turchia (+36,6%) mentre si registrano ampie flessioni delle vendite verso Cina (-21,6%) e Regno Unito (-8,2%). A febbraio 2020 si stima che il saldo commerciale aumenti di 2.847 milioni di euro (da +3.238 milioni a febbraio 2019 a +6.085 milioni a febbraio 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +8.603 milioni di euro (era +6.499 milioni a febbraio 2019).
In calo i prezzi import. Nel mese di febbraio 2020, si stima che i prezzi all’importazione diminuiscano dell’1,2% su gennaio 2020 e dell’1,5% su base annua. Nel mese di marzo – conclude l’Istat – si è registrata una parziale riduzione del flusso delle dichiarazioni Intrastat, conseguente al differimento al 30 giugno dei termini di trasmissione previsto dal Decreto “Cura Italia”.