In attesa che venga firmato il nuovo decreto legge di aprile – in arrivo prima di Pasqua –, si discute già ormai da più di una settimana di quella che è ad oggi forse la novità più significativa del prossimo Dl: il reddito di emergenza. A proporlo è stata la vice ministra dell’economia, Laura Castelli (M5S), già a fine marzo scorso: si tratterebbe di un sussidio destinato a tutta quelle persone, senza più reddito, rimaste senza lavoro e non coperte dai bonus previsti dal decreto Cura Italia. Il nuovo “Rem” dovrebbe, infatti, andare a sostenere attraverso dei bonus mensili di 500-600 euro, oltre le altre categorie di lavoratori ora fermi, anche i lavoratori in nero. Questi sussidi dovrebbero essere erogati almeno nei mesi di aprile e maggio, ma c’è anche chi ipotizza che potrebbero esseri estesi per tutta la durata dell’emergenza Coronavirus.
Cos’è il reddito di emergenza? Se il decreto Cura Italia aveva previsto un sussidio di 600 euro per i titolari di Partita Iva e i lavoratori autonomi, ora l’imminente decreto di aprile andrà ad ampliare notevolmente la platea dei beneficiari dell’ormai noto bonus di 600 euro – sebbene non sia ancora chiara l’esatta cifra dell’importo – rivolgendosi a tutte quelle persone che a causa dell’emergenza Covid-19 hanno perso il lavoro, anche i tanti lavoratori in nero presenti nel nostro paese. Il Rem, dunque, spetterà a tutti lavoratori non ancora coperti dagli ammortizzatori sociali e dagli attuali bonus previsti per far fronte all’emergenza Coronavirus: stiamo parlando quindi in primis dei lavoratori a termine non rinnovati in questa fase, ma anche di colf e baby sitter, dei tanti lavoratori stagionali o saltuari – i cosiddetti “lavori grigi” – o di coloro che hanno finito il sussidio di disoccupazione, degli irregolari, senza dimenticare ovviamente l’ampia fetta di irregolari e lavoratori in nero.
Numeri importanti: “il tema è delicato – riporta Il Sole 24 Ore –, e a questa platea che oscilla tra 3-4 milioni se si include tutto il “nero”, a circa 2 milioni se si restringono un po’ le maglie”. È evidente quindi l’entità delle risorse finanziare richieste dall’attivazione del reddito di emergenza, circa 3 miliardi, secondo quanto dichiarato dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S). D’altronde nel nuovo DL “il pacchetto di misure per il lavoro – ha anticipato la ministra – peserà svariati miliardi. La cifra, rispetto al decreto precedente, potrebbe essere raddoppiata, se non anche di più, perché si è ampliata la chiusura delle attività. Per cui è chiaro che per tutelare tutti i lavoratori e tutte le imprese stiamo facendo questa previsione di ampliamento e rafforzamento importante degli ammortizzatori sociali”, un ampliamento che potrebbe arrivare a richiedere fino ai 15 miliardi.
Il reddito di emergenza appare quindi a conti fatti essere una sorta di ampliamento del reddito di cittadinanza. D’altronde, il nuovo Rem è nato proprio in seno al Movimento 5 Stelle e la stessa ministra del Lavoro, definendone la natura, ha anticipato: “il reddito di cittadinanza è composto da due voci: 500 euro di reddito vero e proprio più altri 280 euro di contributo per la casa. Pensiamo, per il reddito di emergenza, a una cifra superiore alla prima voce”. Inoltre, chi è già beneficiario del reddito di cittadinanza “deve stare tranquillo – rassicura Catalfo –, non cambierà nulla. Anzi, sto pensando a un ulteriore allargamento della platea dei beneficiari, allentando il criterio della proprietà della casa. Sarà un allargamento a tempo, anche per aiutare le imprese aumentando i consumi e la domanda aggregata”.