Requisire caserme abbandonate e adattarle per accogliere tutti i braccianti agricoli immigrati che non hanno un luogo dove risiedere in sicurezza e continuano a lavorare, spesso a paghe bassissime, senza i necessari dispositivi di sicurezza. È una delle proposte del segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni “per evitare che i ghetti dove vivono i migranti diventino focolai incontrollati”.
“In questi giorni abbiamo fatto dei sopralluoghi contattando le associazioni con cui lavoriamo sui territori – prosegue Mininni – Gli immigrati stanno continuando a lavorare nei campi, ammassati: mentre nell’industria alimentare stiamo facendo applicare il protocollo per la sicurezza, in agricoltura un protocollo non c’è. I braccianti provenienti dai ghetti continuano ad andare nei campi con i furgoncini dei caporali, ammassati uno su l’altro. Le imprese non danno loro la mascherina e neanche loro sanno bene cosa sia il coronavirus. A volte non hanno nemmeno modo di lavarsi le mani. Sono praticamente abbandonati. Non esistono”.
Mininni chiede una risposta rapida delle istituzioni: “Dobbiamo accelerare sul piano accoglienza affinché tutte queste persone abbiano un alloggio dignitoso velocemente. Si potrebbe requisire le caserme abbandonate anche con l’aiuto dei nuovi poteri attribuiti ai Prefetti dal DPCM del 09 marzo. Le risorse necessarie per gli eventuali interventi di rifacimento e adeguamento degli immobili requisiti potrebbero essere attinte dalla dotazione del Piano Triennale contro lo sfruttamento e il caporalato. Lo facciamo per loro ma dobbiamo farlo anche per l’Italia, perché i ghetti potrebbero diventare focolai del virus.
Vogliamo tutelare i lavoratori che sono lì dentro, senza fare distinzione tra chi ha il permesso di soggiorno e chi no. Rappresentano un’umanità abbandonata, adesso ancora più invisibile di prima. Per questo serve un “intervento straordinario – conclude Mininni – supportato da risorse interne dei vari ministeri e delle regioni”.