L’onda lunga del coronavirus arriva di nuovo nelle carceri italiane dove, fino al 30 giugno prossimo, i detenuti che devono scontare una pena fino a 18 mesi, potranno ottenere la detenzione domiciliare con una procedura semplificata, molto più snella dell’attuale e beneficiando dell’eliminazione di alcuni passaggi. Una misura contenuta nel nuovo decreto legge “Cura Italia” e varata con l’obiettivo di diminuire la presenza nelle case circondariali italiane al fine di gestire meglio l’emergenza coronavirus che non ha risparmiato critiche e divisioni nella politica.
Chi beneficerà dello “svuota carceri”. Potranno beneficiare della misura i condannati per furto, furto in abitazione e con strappo. Per i rapinatori, invece, va fatta una distinzione: resterebbe dietro le sbarre chi ha commesso una rapina aggravata, ma potrà scontare i domiciliari chi è colpevole “solo” della rapina semplice. Stesso metro di misura per lo spaccio: rimarrà in galera chi ha fatto parte di una “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti” o chi è stato condannato per la fattispecie aggravata della produzione e traffico di droga. Via libera per i domiciliari, invece, per i piccoli spacciatori. Probabile beneficio potranno trarne anche i condannati per reati finanziari, inquinamento ambientale e omicidio stradale o colposo. Tuttavia, per i detenuti che devono scontare una pena superiore a 6 mesi, è previsto il ricorso ai braccialetti elettronici o altri strumenti tecnici. Restano invece comunque esclusi dalla normativa che prevede l’accesso semplificato alla detenzione domiciliare, a prescindere dalla durata della pena, i reati “particolarmente gravi” e i detenuti abituali. Per chi non rispetterà l’obbligo di detenzione domiciliare, l’allontanamento dal domicilio sarà punito come l’evasione e quindi con pene detentive più elevate della pena da scontare.
Inutile dire che il provvedimento ha scatenato un acceso dibattito che sta dividendo politica, sindacati di categoria e associazioni. A tal proposito, Valter Mazzetti segretario generale dell’Fsp Polizia di Stato nel commentare la misura ha espresso totale contrarietà: “È gravemente lesivo della dignità e dei diritti delle vittime dei reati che sono stati commessi da chi usufruirà di questo assurdo vantaggio, e poi significa calpestare i sacrifici compiuti da Forze dell’ordine e magistratura per la legalità e la sicurezza. I poliziotti stanno svolgendo un lavoro titanico in questi giorni più che mai, sempre in prima linea, e uno Stato che si inginocchia così di fronte a violenze e distruzioni di chi ha già sbagliato verso la società non corrisponde affatto al senso civico che stanno dimostrando i cittadini per bene di questo paese. La certezza della pena – continua Mazzetti – in Italia è uno spettro e adesso questa ulteriore assurda decisione scava ancor di più la voragine che già esiste fra il bisogno di giustizia della gente e la realtà delle cose. Questo svuota carceri – prosegue – non ha alcun collegamento oggettivo con il contenimento della diffusione del coronavirus, a meno di non pensare di riuscire a dimezzare la popolazione carceraria, follia che davvero non necessita di commento. Politica e istituzioni devono trovare le soluzioni adatte a problemi ed emergenze, non scaricare tutto sulle spalle del sistema sicurezza a danno dei cittadini onesti. Questa decisione – conclude Mazzetti – per i modi e i tempi con cui viene assunta manda un messaggio che consideriamo gravemente dannoso”.
Un parere nettamente contrario arriva anche da Francesco Zicchieri, vicecapogruppo della Lega alla Camera dei deputati e coordinatore regionale del Lazio che in merito al provvedimento tuona: “Chiudiamo tutto e il governo apre le porte per migliaia di spacciatori e delinquenti? Se qualcuno pensa di usare l’emergenza sanitaria per far passare schifezze quali svuota carceri e amnistia, non avrà ma il consenso della Lega. Non resteremo in silenzio. Lo svuota carceri nel decreto coronavirus – conclude Zicchieri – è una follia”.
Dalla maggioranza, invece, il responsabile giustizia del Pd, Walter Verini, spiega come “Le misure relative alle carceri adottate dal Governo e contenute nel decreto approvato, sono una prima e parziale risposta che si deve dare per tutelare la salute e la sicurezza delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, di chi lavora negli istituti, e di chi sta scontando la pena. Si tratta – continua Verini – di prime misure, per detenuti e reati di non grave allarme sociale. La situazione del sovraffollamento carcerario è oltre i limiti della sicurezza come si è visto nei drammatici giorni delle rivolte. Per questo va affrontata con la necessaria determinazione dal ministro. Esponenti politici che si oppongono anche a queste prime misure e che soffiano sul fuoco fomentando paure, – conclude – si assumono davvero pesantissime responsabilità”.
1 commento
Ma non pesa nessuno anche se hanno sbagliato ma sono esseri umani questa gerra che stiamo affrontando e contro l’invisibile non guarda in faccia a nessuno né ricco né povero né bianco né nero italiano o America ne piccolo ne grande allo siamo una possibilità con alternative di sicurezza ai detenuti ma anche agli agenti che anno famiglia e genitori anziani dobbiamo essere uniti e così cela faremo dobbiamo affrontare questa cosa insieme perché i dottori devono già curare le persone da ogni parte e i detenuti chi li cura sono umani non bestie persone che anno sbagliato ma devo vivere noi noi non siamo Dio!!!!