Giovane e donna. Le caratteristiche per essere una ‘classica disoccupata’ Cristiana Fantozzi, 35 anni, romana, tre figli, le aveva tutte. Eppure dall’inizio di quest’anno la sua storia lavorativa è diventata una storia di successo. Da quando cioè ha scelto di varcare i confini dello condizione di lavoratrice in mobilità e diventare una franchisee, un’imprenditrice con un punto vendita in franchising.
“Ho iniziato questa esperienza aprendo una filiale di Mail Boxes Etc all’inizio di quest’anno – spiega Cristiana a Labitalia – un’esperienza che ad oggi già mi sta dando molte soddisfazioni, con un gruppo e un marchio alle spalle molto forte e con degli obiettivi di crescita molto positivi”. Per diventare una franchisee Cristiana ha scelto un settore ‘maschile’ quello delle spedizioni, nazionali ed internazionali. “Ho deciso di entrare a far parte del gruppo perchè vengo da un’esperienza commerciale dove ho potuto testare di persona marchi, esigenze, bisogni delle persone. Prima di aprire questa filiale, ho fatto il direttore di supermercato, ho lavorato per Leroy Merlin e per Saint Gobain. Ma quando proprio Saint Gobain mi ha messo in mobilità, ho capito che dovevo fare il grande salto”.
La scelta di Cristiana è stata aiutata da incentivi pubblici. “Mi ritengo fortunata -spiega- perchè sono rientrata tra quelli che hanno avuto un finanziamento da Invitalia per aprire l’attività. Un prestito che prevede un 50% di mutuo agevolato e un 50% a fondo perduto”.
Essere franchisee, dice Cristiana, è una condizione di vantaggio. “Si un lavoratore autonomo a tutti gli effetti -spiega- ma con un grande marchio alle spalle. E’ un buon antidoto contro la crisi iniziare con un brand forte alle spalle, anche se in autonomia. E’ un connubio vincente che dà la possibilità di sperimentarsi, ma avendo il supporto di una rete. Insomma, non si va allo sbaraglio”.
Le aziende preparano bene l’inserimento del franchisee sul mercato. “L’azienda mi ha supportato già dai primi contatti -ricorda Cristiana- descrivendomi bene le attività sia nei risvolti postivi sia nelle criticità e con un supporto immediato e continuativo nel tempo. E c’è stata la formazione, sul campo cioè nelle filiali e anche formazione in aula a Milano”. Insomma, la crisi c’è ma non bisogna scoraggiarsi, dice. “C’è tanto da fare: io sono una donna, una mamma e una lavoratrice. E se si ha un’idea e la si porta avanti con determinazione -conclude- è difficile fallire”.
Qualche dato generale – Il settore del Franchising conta su un totale attorno ai 190.000 lavoratori, cifra che si prevede sia per il 3013 che per il 2014 in aumento del 3-4%. Un giro di affari aumentato in piena crisi (dal 2009 al 2012) del 4,4%, insegne operative cresciute del 14,1%, punti vendita dell’1,6% e, soprattutto, occupazione in crescita, sempre in questi fatidici 4 anni, del 4,6%. Ecco la fotografia di uno di quei settori che, nonostante la crisi, regge e dà lavoro: il franchising, vale a dire quella forma di impresa che si realizza attraverso un’affiliazione commerciale a un noto marchio, mantenendo però autonomia imprenditoriale. La maggior parte degli addetti sono relativamente giovani e donne: l’età media del franchisee è sotto i 45 anni e più del 30% degli affiliati sono donne.
I settori in crescita – Sta aumentando la sua presenza sul mercato il franchising dei servizi. Altro settore in buona salute è quello della ristorazione sia slow che fast food: vanno bene piadinerie e focaccerie. Il settore moda (non alta gamma ma mass market) funziona di più per donna e bambino meno per uomo, così come crescono profumerie ed estetica. In forte crescita il settore delle cliniche dentali e quello delle sigarette elettroniche che però ancora non viene annoverato perchè devono passare due anni prima di inserire un nuovo settore. (LabItalia)