Uno dei decreti attuativi del dl del 23 Febbraio 2020 sulle misure urgenti cautelative per il Coronavirus permette alle imprese di applicare, con effetto immediato, lo smart working senza accordi bilaterali con i collaboratori.
“Molte aziende – dichiara Joelle Gallesi, General Manager di Hunters Group – hanno optato per lo smart working per tutelare, come è giusto che sia, la salute di dipendenti, collaboratori e clienti. In realtà internazionali e/o innovative questa prassi è stata adottata già parecchio tempo fa, ma per molte altre si tratta davvero di una novità. Che sia una pratica diffusa o una novità, comunque, ci sono una serie di azioni che permettono di trasformare questa esigenza in un’opportunità”.
Hunters Group, in una nota, offre alcuni consigli per l’ottimizzazione delle ore di lavoro in smart working. Il primo è quello di avere obiettivi chiari e scadenze precise. Prima di iniziare, è fondamentale aver chiari gli obiettivi a breve termine e concordare le scadenze per la consegna dei lavori che si dovranno gestire durante le ore di attività. Lo smart working – spiega Hunters Group – è un metodo di lavoro che si misura in risultati, non in ore lavorate, per cui è importante avere delle “unità di misura” condivise.
Attenzione ai mezzi di comunicazione. Stare in smart working – prosegue Hunters Group – non significa essere in isolamento: proprio come la collaborazione tra colleghi dislocati in diversi uffici, il lavoro agile richiede l’apertura alla comunicazione multicanale (skype, telefono, mail, chat aziendale) e la reperibilità garantita negli orari lavorativi, proprio se si stesse alla propria postazione in ufficio.
Spazio fisico idoneo. Proprio come in ufficio, – si legge nella nota – è importante costruire a casa propria o in un altro ambiente (co-working, coffee bar, albergo) una soluzione logisticamente idonea allo svolgimento della propria attività. Una seduta comoda, uno spazio per appoggiare il pc e nessuna distrazione acustica sono alcune delle condizioni necessarie per poter lavorare in serenità e concentrazione.
Gestione del tempo per raggiungere gli obiettivi condivisi con il proprio responsabile. Potrebbe rendersi utile la stesura di tutte le attività da svolgere in giornata. Non bisogna dimenticare che lo smart working permette l’incastro in agenda di impegni personali e attività professionali: tutto sta alla propria capacità di ottimizzare i tempi lavorati e bilanciarli con quelli tipicamente “di pausa”.
Lo smart working non è infinito. Sebbene il lavoro agile presupponga l’orientamento all’obiettivo piuttosto che all’orario, è importante ricordare che – conclude Hunters Group – questo non implica la disponibilità senza limiti di orario: la flessibilità concessa ai collaboratori non deve essere persa per rispondere h24 alle richieste di clienti, fornitori, colleghi o capi. Non dimentichiamo che un lavoratore stanco, subisce necessariamente un calo della produttività.
“Anche per quelle aziende che non hanno mai sperimentato lo smart working – aggiunge Joelle Gallesi – questa potrebbe essere una bella occasione per attuare una modalità di lavoro più flessibile che, credo, caratterizzerà sempre di più i prossimi anni”.