La guerra dei dazi tra Stati Uniti e Unione europea sul caso Airbus registra un inasprimento delle tariffe sulle importazioni Usa di aeromobili che salgono dal 10% al 15% dal prossimo 18 marzo 2020. Sono confermati i dazi introdotti ad ottobre che, con tariffe del 25% interessano alcuni prodotti del settore alimentare. E’ quanto rileva Confartigianato in una nota.
I dati confermati dall’amministrazione Usa, – si legge nella nota – interessano formaggi, liquori e salumi per un importo valutabile in 397 milioni di euro e relativo dazio per 99 milioni di euro, ma non è previsto un allargamento ad altri prodotti: erano sotto esame da parte dell’Ufficio del rappresentante Usa per il commercio (Ustr) anche alcuni prodotti dell’abbigliamento, olio di oliva e vino.
Il made in Italy del vino. Il caso del vino è rilevante nella vicenda dei dazi dato che gli Stati Uniti sono il primo mercato del vino italiano, con 1.462 milioni di esportazioni nel 2018, il 23,4% dell’export totale. In totale l’export di vini di uve raggiunge i 6,2 miliardi di euro, pari ad oltre un terzo di punto di PIL (0,35%). L’Italia – commenta Confartigianato – è il secondo esportatore nell’Unione europea dopo la Francia. Il vino rappresenta l’1,3% delle esportazioni italiane ed in particolare il 18,0% delle esportazioni di Alimentare e Bevande e il 71,4% delle esportazioni delle Bevande.
I primi sei mercati valgono i due terzi dell’export. Dopo gli Stati Uniti – come abbiamo visto con quasi un quarto dell’export – troviamo Germania con il 16,7%, Regno Unito con il 13,0%, Svizzera con il 6,0%, Canada con il 5,3% e Francia con il 3,1%.
I territori. Oltre metà delle esportazioni di vino (51,6%) si concentra nel Nord-Est per un totale di 3,2 miliardi di euro, seguito dal Nord-Ovest con il 21,1%, pari a 1,3 miliardi, dal Centro con il 18,2%, pari a 1,1 miliardi e dal Mezzogiorno con il 9,1%, pari a 0,6 miliardi. A livello regionale – prosegue Confartigianato – primeggia il Veneto che rappresenta un terzo (35,9%) delle esportazioni di vino per un totale di 2,2 miliardi di euro che stacca il Piemonte e Toscana che realizzano esportazioni per circa un miliardo di euro.
I dati. La più alta propensione all’export di vino si risconta per il Veneto dove le vendite all’estero rappresenta l’1,37% del Pil regionale, seguito da Trentino–Alto Adige con 1,28%, Toscana con 0,86%, Piemonte con 0,77% e Abruzzo con 0,56%. Le ultime evidenze relative ai primi 9 mesi del 2019 – si legge ancora nella nota – indicano una crescita delle esportazioni del +3,8%, in leggero miglioramento rispetto al +3,3% del 2018. Tra le maggiori regioni si osserva una crescita oltre la media per Campania (+13,4%), Friuli-Venezia Giulia (+9,0%), Toscana (+6,6%), Trentino-Alto Adige (+5,3%), Piemonte (+5,2%). Tra le regioni minori primeggia la Valle d’Aosta (+40,8%) e cresce oltre la media il Molise (+4,2%).
L’analisi in serie storica – conclude Confartigianato – evidenzia che nell’arco di dieci anni le esportazioni di Vino complessivamente crescono del +68,9% contro un aumento del totale delle esportazioni, altresì intenso, ma che si ferma sul +26,1%.