Nel corso del 2019 sono state aperte circa 545.700 nuove partite Iva ed in confronto all’anno precedente si è registrato un aumento piuttosto consistente (+6,4%). La distribuzione per natura giuridica mostra che il 72,9% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 21,4% da società di capitali, il 3,6% da società di persone, l’1,8% da soggetti non residenti e lo 0,3% da altre forme giuridiche. E’ questo il quadro che emerge da una nota diffusa dal Mef.
Il confronto. Rispetto al 2018 l’aumento generale è trainato dalle persone fisiche (+10,5%), grazie alle adesioni al regime forfettario, per il quale dal 2019 il limite dei ricavi è stato esteso a 65.000 euro. Nell’anno 263.043 soggetti hanno aderito al regime, con un aumento del 34,5% in confronto al 2018; tali adesioni rappresentano il 48,2% del totale delle nuove aperture di partita Iva. Le forme societarie – si legge nella nota – accusano invece cali di avviamenti: -5,7% le società di capitali e -12,9% per le società di persone. Si nota, inoltre, il raddoppio di partite Iva avviate da soggetti non residenti, determinato dalle attività legate al commercio elettronico.
La ripartizione territoriale. Circa il 44% delle nuove aperture – precisa il Mef – è localizzato al Nord, il 22% al Centro e il 33,7% al Sud ed Isole; il confronto con l’anno 2018 evidenzia che tutte le Regioni mostrano un aumento di avviamenti: i maggiori si sono registrati in provincia di Bolzano (+11,9%), Lombardia (+11,6%) e Piemonte (+11%); i più contenuti in Friuli V.G.(+0,5%), Campania (+1,4%) e Sardegna (+2%).
La classificazione per settore produttivo – prosegue il Mef – evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva (il 19,7% del totale), seguito dalle attività professionali (17,1%) e dall’agricoltura (9,6%). Rispetto al 2018 fra i settori principali si osservano consistenti aumenti di aperture per l’istruzione (+22,5%), attività professionali (+18%) e costruzioni (+12,4%). Gli unici settori principali in flessione sono l’agricoltura (-5,8%) e le attività manifatturiere (-0,1%).
Le persone fisiche. La ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 62,6% di aperture da parte di soggetti di sesso maschile. Il 44,8% delle nuove partite IVA è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 32,5% da soggetti nella classe 36-50 anni. Il confronto con l’anno precedente – conclude il Mef – mostra un incremento di aperture crescente al crescere dell’età degli avvianti (dal +5,8% della classe più giovane al +29,1%% della più anziana). La distribuzione delle nuove aperture di partite Iva sulla base del Paese di nascita evidenzia che il 17,4% degli avvianti è nato all’estero.