Claudio Galli, emiliano DOC e appassionato di Tigelle e Motori, laureato in Economia Aziendale, da trentacinque anni รจ nel settore Automotive in gruppi multinazionali che hanno scommesso sullโItalia Bella, Competente e Creativa, con grandi investimenti e tanto lavoro. Claudio, promotore e animatore di Master in Ingegneria del Veicolo e Calibrazione Motore, Lecturer e Visiting Professor in corsi di Laurea e MBA รจ anche Consigliere Nazionale e Presidente Regionale di AIDP Emilia-Romagna e Vicepresidente di Unindustria Reggio Emilia, con delega a Education, Organizzazione e Relazioni Sindacali.
Kohler Engines โ Lombardini. Kohler produce motori da oltre 90 anni e, da sempre, ha arricchito la propria gamma di prodotti con lโobiettivo di facilitare e rendere piรน conveniente la vita degli utilizzatori finali in tutto il mondo. Lโazienda offre una gamma completa di motori diesel, benzina e a gas fino a 140 cavalli โ adottati globalmente da costruttori di macchine nei principali settori industriali (costruzioni, movimento terra, agricoltura, generatori e giardinaggio).
Come sta cambiando la figura del direttore del personale rispetto alla rivoluzione epocale che stiamo vivendo nella societร , nellโeconomia e nel mondo del lavoro? Si tratta di un ruolo chiave per gestire questa fase di cambiamento e transizione verso lโera della robotica e dellโintelligenza artificiale? ร certamente un ruolo chiave, dunque in grande trasformazione. Attivitร che erano fondamentali anni fa stanno diventando โcommoditiesโ, alcune addirittura sono digitalizzate, mentre โemergonoโ competenze di relazione, narrazione, capacitร di analisi di fattori complessi. Anni fa si voleva qualcuno affidabile, stabile, ligio alle regole, con tutte le risposte. Oggi serve qualcuno in grado di decidere bene e in fretta, di prendere rischi, di fare le domande giuste e cambiare prospettiva in base alle risposte. In sintesi estrema, da un buon capo/professional, stabile ad un leader eccellente e dinamico.
Il tema del benessere in azienda รจ molto diffuso. Come si realizza in concreto e quali sono le leve da attivare? La prima: saper interpretare le esigenze diverse di generi, culture, generazioni. Anche qui, saper fare domande e interpretare le risposte. Il โconciergeโ aziendale, lโorario flessibile o individualizzato, il lavoro agile, magari semplicemente mangiare bene al ristorante aziendale o avere un buon caffรจ al distributore automatico. La seconda, forse piรน importante: proporre stili di vita in cui sport e vita attiva, alimentazione, medicina preventiva e, in generale, equilibrio, siano una prioritร .
Il welfare aziendale รจ uno strumento di grande attualitร che si sta sviluppando in modo capillare soprattutto negli ultimi anni. Tramite questi strumenti lโazienda ottiene una molteplicitร di benefici con ricadute positive anche a livello sociale. Che ne pensa? Sono piรน che dโaccordo e credo che il Legislatore sia troppo timido in questa direzione; dare benefici fiscali a servizi sussidiari, che lavorano su network trasparenti (no attivitร in nero, per capirci), ha un ritorno in legalitร , servizi che lo stato fa fatica a garantire, tasse su redditi e consumi altrimenti in buona parte nascosti.
La dimensione spazio-temporale del lavoro e della sua organizzazione stanno cambiando. Il tempo e il luogo di lavoro sono sempre meno vincolanti, anche se non per tutte le realtร . Parliamo di smart working e di work-life balance. A che punto siamo? Siamo in una fase โcostituenteโ, complessa e difficile da sintetizzare. Tante buone, ottime pratiche, qualche retromarcia, ambienti di lavoro che diventano โnon luoghiโ e rischio che la libertร di fare, dove e quando si vuole, diventi bersaglio di analytics fatti per mantenere il controllo e non per migliorare la qualitร del lavoro. Leggi e mentalitร datate non sono ancora pronte per la realtร di oggi. Un poโ di prudenza non guasta.
Nellโeconomia della conoscenza le risorse principali su cui investire e che rappresentano un vantaggio competitivo sono i talenti. Alcuni consulenti di McKinsey nel lontano 1997 hanno teorizzato addirittura la โguerra dei talentiโ tra le aziende. Oggi parliamo di giovani talenti che appartengono alla generazione dei Millennials ma anche alla Generazione Z. Come si attrae e trattiene un talento e perchรฉ รจ cosรฌ importante? I giovani brillanti sono attratti dalle sfide, dalla buona reputazione, da organizzazioni che vogliono migliorare il mondo, il territorio, la cittร , le persone. E scappano se si accorgono che quei propositi โsono solo marketingโ. Quindi: coinvolgerli e dimostrare che ci interessano, premiando sintesi e capacitร di prendere rischi e responsabilitร .
La robotica e lโintelligenza artificiale stanno progressivamente trasformando lโazienda e il lavoro. In che modo stanno cambiando anche lโattivitร della funzione HR? Ci sono giร diversi ambiti di applicazione come per esempio nella fase di selezione del personale? Tutto vero: in meno di dieci anni tutto quello che facciamo oggi – in zona di comfort โ sarร eseguito da un robot, un cobot, un software, una app. Buone notizie: automatismi e macchine (dalla ruota in poi), hanno sempre โdistruttoโ posti di lavoro, generato cambiamenti importanti, creato piรน di quello che hanno sostituito. Quello che sostituiscono รจ faticoso, noioso, pericoloso, sporco. Spesso, perรฒ, ce ne accorgiamo solo dopo un poโ. Io non ricordo qualcuno che voglia rifare i lavori, penso alle nostre lavorazioni meccaniche, svolti da un robot. Nรฉ conosco qualcuno che, per trovare un hotel libero, abbia piรน voglia di fare 10 telefonate. Altra notizia (buona?): serve rimettersi continuamente in gioco per evitare di diventare semplici esecutori di quanto ci dice unโintelligenza artificiale. Il rischio qui รจ di pensare che la relazione, i sistemi di relazione si possano โdelegareโ a software โintelligentiโ, che per far squadra basti una call, che le decisioni si prendano alla velocitร della scelta di un emoticon.
Lโazienda, a volte, si trova di fronte la necessitร di procedere a licenziamenti collettivi. Come si gestisce questa fase critica? Alcune parole chiave: rispetto delle persone, mai mettere qualcuno sulla strada (si riesce, credetemi!), idee chiare sulla squadra che andrร avanti, flessibilitร mentale, analisi anche del minimo dettaglio, ascolto. Poi, decidere. Mettendoci la faccia.
Le relazioni sindacali in questi anni sono molto cambiate. La dimensione aziendale รจ sempre piรน importante. Quali sono gli elementi di innovazione che vede o che auspica nelle relazioni industriali? ร sempre piรน difficile rappresentare interessi senza essere nella Storia, senza vivere da vicino la realtร . Se lโintermediazione non aggiunge valore (sindacato dei lavoratori, rappresentanti degli imprenditori), si rischia di essere sostituiti anche qui da una app. Gli slogan di una volta, almeno in fabbrica, funzionano sempre meno. Ci sono 4/5 generazioni da rappresentare, quindi da capire a fondo, competizione globale che rende il salario variabile NON indipendente, necessitร di formare continuamente le persone che, oltre tutto, restano al lavoro 5-10 anni di piรน di 20 anni fa. Serve cultura, preparazione anche tecnico-giuridica (flex benefit, lavoro agile, nuovi mestieri, ecc) e capacitร di passare dal vecchio โessere sulla stessa barcaโ al nuovo โviviamo (nel)la stessa storiaโ. Bella sfida!
Se fosse Ministro del Lavoro quale sarebbe il primo provvedimento che promuoverebbe? Mi servirebbero almeno un paio di giorni, e i provvedimenti sarebbero piรน dโuno: anzitutto una riforma delle pensioni: ricalcolo per tutti, anche i pensionati, con il sistema contributivo (onesto, non quello rapinoso per fasce che si usa adesso). Informazione a tutti di quanto sarebbe il livello reale di pensione maturata. Tassazione della differenza (รจ ripetizione dellโindebito, non diritto acquisito!) al 100% sopra 100.000โฌ allโanno, al 50% sopra 70.000, al 25% sopra 40.000. Importante sarebbe anche una riforma dellโapprendistato: chiamarlo โContratto di Formazioneโ, con almeno 10 ore al mese di formazione (3 settimane allโanno) e dando facoltร alle aziende di risolvere il rapporto, nei 3 anni, con 1 mese di preavviso. Ovviamente, in questโultima circostanza โ cosรฌ come non si rispettasse il โpattoโ sulla formazione – lโazienda corrisponde retribuzione e contributi pieni come fosse un lavoratore a termine. Proporrei anche la riduzione a due/tre forme di contratto a termine, con limite cumulativo a 36 mesi senza causali. Penso poi allโistituzione di un meccanismo (lascio al lettore la scelta del nome, spaziando fra voucher e marchetta) che consenta a qualsiasi cittadino o persona giuridica di acquistare fino a 5.000โฌ allโanno di questi v-m, che consentano di retribuire, con parte di assicurazione infortuni e parte di contributi, lavori marginali (camerieri, badanti, colf, ecc). Il lettore attento che ritenesse che questi non siano del tutto marginali (in effetti, sono parecchi milioni di persone), con un piccolo salto logico arriverebbe a conclusioni sorprendenti: avremmo un tasso di occupazione in media con lโEuropa (anche per le donne), assicurazione infortuni estesa in aree di non controllo, pagheremmo pensioni sociali a persone che se le sono guadagnate, non arricchiremmo parassiti che per amministrare poche centinaia di migliaia di colf e badanti costano come lโesercito degli Stati Uniti (il lettore attentissimo, noterร che 5.000 sarebbero tanti per le famiglie numerose, pochi per Enel, Eni, Fiat e via dicendo). Qui, per togliere un poโ di lavoro semi-parassitario (parlo sempre di intermediazione senza valore aggiunto) anche dalla mia scrivania, porterei a 3-4.000โฌ il limite annuo per lโesenzione dei flexible benefit/welfare aziendale. Meno burocrazia e piรน sostanza. Unico vincolo: pagamenti elettronici, quindi sistema fiscale vigile e attivo. Inoltre, proporrei lโabolizione dei vari decreti โpoliticiโ, molta fuffa e complicazione della vita a chi lavora e a chi dร lavoro: reddito di cittadinanza, quota 100, decreto dignitร . E se poi si vuol dare una mano alle aziende che vogliono alleggerirsi, senza affossare lโINPS, si puรฒ azzerare la tassazione per gli incentivi allโesodo oltre i 60 anni. Ma questo lo farei solo il 3ยฐ giorno.
Infine, una domanda personale. Come e perchรฉ si decide, ad un certo punto della propria vita, di diventare direttore del personale? Alcuni ingredienti di base: tanti lavori durante la scuola (oggi si direbbe Gig), laurea in Economia e Diritto, grande interesse per Storia contemporanea e Politica, servizio militare da ufficiale, passione per la Fisica e i motori (dโaltra parte, succede se si nasce a Modena). Pensi che farai il manager, senza sapere cosa significhi davvero, ma suona bene. Poi ti dicono che cโรจ un lavoro: ufficio Personale. Alla Automobili Lamborghini. Inizi dopo tre giorni e non smetti piรน.