L’inflazione torna a salire. Secondo le stime preliminari, nel mese di gennaio 2020 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,5% del mese precedente). Lo rende noto l’Istat in una nota.
La lieve accelerazione dell’inflazione – spiega l’Istituto – è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (la cui crescita tendenziale passa da +1,6% a +3,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,1% a +2,9%) e dei Beni alimentari lavorati (che passano da +0,4% a +1,0%); tali andamenti sono stati solo in parte compensati dalla flessione più marcata dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -7,8% a -9,5%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,3% a +0,8%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici – si legge nella nota – si portano entrambe a +0,8%, rispettivamente da +0,6% e da +0,7%. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni alimentari, sia nella componente lavorata (+1,4%) che non (+0,9%), in parte bilanciata dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,6%).
I dati. L’inflazione accelera lievemente per i beni (da una variazione tendenziale nulla di dicembre a +0,1%), – prosegue l’Istat – mentre rimane stabile la crescita dei prezzi dei servizi (+1,0%); il differenziale inflazionistico rimane positivo e pari a +0,9 punti percentuali (era +1,0 a dicembre). L’inflazione acquisita per il 2020 è +0,1% per l’indice generale e pari a zero per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,9% su base annua e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto dell’1,4% (rispettivamente da +0,6% e da +1,0% del mese precedente), registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) – conclude l’Istat – diminuisce dell’1,7% su base mensile, per effetto dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto. L’Ipca aumenta dello 0,5% su base annua, stabile rispetto al mese precedente.