Aumentano nel 2019 le denunce di infortunio presentate all’Inail. Nello specifico sono state 641.638, 915 in più rispetto alle 640.723 del 2018 (+0,1%). I dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un incremento solo dei casi avvenuti “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che sono passati da 98.446 a 100.905 (+2,5%), mentre quelli “in occasione di lavoro” sono scesi da 542.277 a 540.733 (-0,3%). A rilevarlo è l’Inail in una nota.
I dati. Tra gennaio e dicembre del 2019 – spiega l’Inail – il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,05% nella gestione Industria e servizi (dai 501.740 casi del 2018 ai 501.496 del 2019) e dell’1,5% in Agricoltura (da 33.180 a 32.692), mentre è aumentato dell’1,6% nel Conto Stato (da 105.803 a 107.450).
L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce d’infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (+0,1%), nel Centro (+1,2%) e nelle Isole (+0,5%), e una diminuzione nel Nord-Est (-0,1%) e al Sud (-0,8%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano Sardegna (+4,2%), Basilicata (+2,7%), Umbria (+2,2%) e Marche (+2,1%), mentre i decrementi maggiori sono quelli rilevati in Molise (-6,9%), Valle d’Aosta (-4,0%) e Abruzzo (-3,7%).
Il confronto. Il lieve aumento delle denunce che emerge dal confronto tra il 2018 e il 2019 è legato esclusivamente alla componente femminile, che registra un +0,5% (da 228.762 a 229.865 denunce), a differenza di quella maschile, in diminuzione dello 0,05% (da 411.961 a 411.773). L’incremento – si legge nella nota – ha interessato esclusivamente i lavoratori extracomunitari, con un aumento delle denunce pari al 5,0% (da 79.312 a 83.250), mentre quelle dei lavoratori italiani, che rappresentano circa l’83% del totale, sono in calo dello 0,5% (da 536.153 a 533.462) e le denunce dei lavoratori comunitari sono diminuite dell’1,3% (da 25.254 a 24.923).
Le denunce dei lavoratori. Dall’analisi per classi di età – rileva l’Inail – emergono aumenti tra gli under 30 (+2,4%) e tra i 50 e 69 anni (+1,7%). In diminuzione del 2,5%, invece, le denunce dei lavoratori della fascia 30-49 anni, nella quale rientra il 40% dei casi registrati.
I casi mortali. Nel 2019 – prosegue l’Inail – le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di dicembre sono state 1.089, 44 in meno rispetto alle 1.133 del 2018 (-3,9%). La flessione è da ritenere però poco rassicurante e il raffronto tra i due anni poco significativo, in quanto il 2018 si è contraddistinto, rispetto al 2019, soprattutto per il maggior numero di “incidenti plurimi”, ossia quegli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, che per loro natura ed entità possono influenzare l’andamento del fenomeno.
Gli incidenti plurimi. Tra gennaio e dicembre del 2018, infatti, gli incidenti plurimi sono stati 24 e hanno causato 82 vittime, quasi il doppio dei 44 lavoratori che hanno perso la vita nei 19 incidenti plurimi avvenuti nel 2019. Nel 2018, inoltre, – conclude l’Inail – circa la metà dei decessi in incidenti plurimi è avvenuta nel solo mese di agosto, funestato soprattutto dai due incidenti stradali occorsi in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti, e dal crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 casi mortali denunciati all’Inail. Nell’agosto 2019, invece, non sono stati registrati eventi di uguale drammaticità.