Biberon e pc: questa è la nuova generazione nascente dei lavoratori italiani. Sì, sono questi i ragazzini che oggi abitano le nostre case. I figli di ultima generazione crescono a colpi di Fortnite e SuperMario e sono abituati ad essere scaltri e veloci per sopravvivere. Poi arrivano nelle scuole e vengono catapultati in una dimensione più lenta e fluttuante. I genitori stessi, sono terrorizzati dalla velocità con cui i figli si impadroniscono di strumenti cognitivi che loro stessi ignorano.
Oggi uno scarto, anche di pochi anni, crea negli ambienti di lavoro, differenze enormi. L’obiettivo che deve stimolare l’azienda ad inserire il Reverse Mentoring, all’interno del suo management è lo stesso che spinge i genitori ad uno scambio di ruolo: apprendere dai punti di forza delle nuove generazioni, per condividere la cosa in cui sono “naturalmente” più strateghi, veloci e competitivi: il mondo digitale. I genitori hanno compreso che opporsi all’utilizzo della tecnologia diventa un fattore limitante. È necessario stare al passo con i tempi, perché è possibile conciliare i due mondi in maniera sana e costruttiva e saranno gli stessi bambini a trovare un equilibrio, abili come sono, ad imparare tante cose insieme.
Il Reverse mentoring è uno scambio di valore tra generazioni differenti. La familiarità dei giovani con la tecnologia, la capacità di cavalcare più velocemente i cambiamenti e una più acuta creatività, diventano uno stimolo, per le figure senior dell’azienda, ad apprendere nuovi strumenti di lavoro digitale. Lo scambio di conoscenze ed informazioni, mira a colmare il gap generazionale in ambito digitale e, nello stesso tempo, a trasmettere esperienza, capacità di ascolto e pianificazione, leadership e vision ai giovani talenti.
Diversity management: ecco come il reverse mentoring influisce sul successo di un’azienda. La valorizzazione delle diversità è un fattore chiave nella crescita interna, tanto che oggi si favorisce un approccio degli addetti HR, volto a potenziare l’organizzazione aziendale, proprio attraverso le differenze di competenze, di culture e di abilità. Il Reverse Mentoring si inserisce perfettamente in un contesto manageriale diversificante, poiché tende a livellare ed armonizzare le disparità di conoscenze, scatenando, oltre modo, un processo fortemente innovativo. Lo scambio di mentoring stimola la valorizzazione di punti di vista differenti, la creatività e la propensione dei singoli e dell’azienda, ad uscire fuori dagli schemi, creando sinergie competitive e figure professionali all’avanguardia.
La parola d’ordine per lavorare con successo è umiltà. Tutti hanno da insegnare e ognuno ha da imparare. L’integrazione tra l’esperienza senior e l’innovazione junior, crea maggiore produttività, perché induce ad ambienti di lavoro più performanti, efficienti e stimolanti. Il valore aggiunto delle realtà aziendali di successo oggi non è dato dalla competizione interna, ma dalla condivisione. Sfruttando i punti di forza di alcuni per colmare le debolezze di altri e viceversa. Premiando e sollecitando il lavoro di squadra e la collaborazione a tutti i livelli di professionalità.
Un’ottima conoscenza del mondo digitale può essere per i ragazzi uno dei migliori biglietti da visita. I giovani talenti in cerca di lavoro, oggi possono supplire alla mancanza di esperienza, con una conoscenza performante dei più attuali mezzi di comunicazione. Questo non colma la necessità di avere i requisiti richiesti e una conoscenza del settore, ma con il giusto approccio, una sana ambizione e la capacità di trasmettere ed acquisire tutti gli insegnamenti necessari, è possibile anche per le aziende investire fiducia e risorse nelle nuove generazioni.
Come si sviluppa il Reverse Mentoring all’interno delle aziende? Il lavoro di coppia o in squadre con un ristretto numero di persone, può essere lo strumento migliore per ottenere più velocemente il raggiungimento degli obiettivi programmati. Non esistono ancora metodologie affermate per sviluppare questo tipo di progetto. Nella nota azienda IBM, ad esempio, è stato attivato un portale per le candidature reciproche a mentor e mentee. Così la scelta è lasciata alla compatibilità, non solo professionale, ma anche caratteriale delle due figure. A volte, è la stessa azienda che attiva piani di Reverse Mentoring ad hoc, per creare stimoli e opportunità di crescita, sia per i senior che per la touch generation.