“Sono a largo delle coste argentine!” mi scrive Simone e non nego che, nel leggere le sue parole, provo un po’ di sana invidia. Invidia non solo per l’incredibile avventura che vive ormai da anni, ma, ancor più, per il coraggio e la fermezza dimostrati nel prendere la sua decisione: capire, a poco più di vent’anni, che il percorso intrapreso non è quello giusto e scegliere di orientare nuovamente la bussola per cambiare rotta. “Quel lavoro, quello stile di vita non lo sentivo mio”.
Dopo il diploma da geometra ed una collaborazione presso uno studio tecnico, il ragazzo vede aprirsi strade concrete: un lavoro stabile ed uno stipendio assicurato. Quelle che per molti rappresenterebbero delle ottime prospettive, per lui, giovane dal carattere esplosivo, dallo spirito avventuriero e con tanta voglia di sperimentare, diventano la presa di coscienza di star viaggiando nella direzione sbagliata. “Sapevo che le mie aspettative erano altre. Non riuscivo ad immaginarmi geometra per i prossimi quarant’anni – racconta- Non so dirti come e perché mi sia avvicinato a questa professione. Non frequentavo casinò, non ero un appassionato di gioco e non ne conoscevo nemmeno le regole. È un’idea che mi è balenata in testa così, insieme a tante altre, ma è l’unica che ha avuto un seguito”.
Diventare croupier. Su questo si focalizzano le intenzioni, i propositi e i nuovi progetti di Simone. “Esistono corsi organizzati da scuole o centri di formazione per croupier e, spesso, sono proprio loro ad inserirti nel mondo del lavoro. Se vedono in te del potenziale, è facile che tu venga collocato in una delle tante case da gioco nazionali o internazionali – mi spiega- Ed è quello che è successo a me. Finito il corso, ho subito ricevuto una proposta di lavoro da parte della scuola e sono partito per Malta”.
Sì, perché Simone il suo treno ha deciso di non perderlo, ma di prenderlo al volo. Ha scelto di cambiare vita, di lasciare amici e parenti e di intraprendere una professione itinerante, che l’avrebbe portato in giro per il mondo. “Avevo ventitré anni e, sull’onda dell’entusiasmo, mi ripetevo “Se non ora, quando?”. Inizialmente si sarebbe trattato solo di qualche mese, ma, terminato il periodo, mi è stato rinnovato il contratto. Una volta inseriti, una volta entrati nel giro, diciamo, è facile trovare collocazione anche in altri casinò, se si vuole. Ho, quindi, iniziato a viaggiare, a girare il mondo per lavoro”.
La voglia di mettersi alla prova, la determinazione ed una buona dose di incoscienza, tipica di quell’età, lo hanno spinto lontano, fino ad approdare sulle navi da crociera in Sud America. Ma oggi, a sette anni di distanza, alla mia domanda “Se pensi al futuro, ti vedi sempre al tavolo verde?” risponde: “No. Il mio lavoro mi piace; mi ha permesso di fare esperienze, lavorative e non, fantastiche, che altrimenti non avrei mai fatto, e, se tornassi indietro, sceglierei di nuovo questa strada. Ripercorrerei passo passo tutto ci che ho fatto negli ultimi setti anni, ma questa professione ti porta via molto tempo. Per come la vedo io, il croupier lo fai finché sei libero da vincoli, se sei giovane, se non hai una famiglia o dei figli. Conciliare questo stile di vita con impegni familiari non è facile. Diciamo che ho intenzione di tonare a casa, prima o poi”.