L’export verso la Libia è pari a 1.201 milioni di euro, di cui il 56,2%, pari a 675 milioni di euro è al netto del comparto energetico (manifattura no-energy). L’Italia è il primo paese dell’Unione europea per esportazione di beni no-energy verso la Libia, con il 22,6% del totale Ue, davanti alla Germania (14,3%) e alla Spagna (12,6%). E’ questo il quadro che emerge da uno studio condotto da Confartigianato.
Il mercato della Libia. Dallo scoppio della crisi libica del 2011 – spiega Confartigianato – le esportazioni verso il paese nordafricano si sono pesantemente contratte: le vendite negli ultimi 12 mesi sono inferiori del 60% rispetto al picco massimo di 1,6 miliardi di euro di export manifatturiero non energetico del 2010. In una valutazione controfattuale, – emerge dallo studio – se il mercato della Libia avesse mantenuto lo stesso trend della media dei paesi africani, tra il 2011 e il 2019 avremmo registrato 1 miliardo di export in più all’anno, per un totale di 8,9 miliardi di euro in nove anni.
I dati. Nel dettaglio settoriale, – rileva Confartigianato – il made in Italy in Libia è rappresentato da Prodotti alimentari per 11,8% dell’export totale, Macchinari e apparecchiature per 11,4%, Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche per 8,2%; quote più contenute per Prodotti chimici per 3,8% Autoveicoli per 2,9% e Prodotti in metallo con 2,0%.
L’interscambio commerciale. In chiave energetica – si evidenzia nello studio – l’interscambio commerciale di prodotti energetici con la Libia negli ultimi 12 mesi a ottobre 2019 è pari 4.978 milioni di euro, superiore ai 3.821 milioni della Spagna, ai 3.757 milioni della Germania e ai 1.680 milioni della Francia.
La Libia è il quinto fornitore di commodities energetiche dell’Italia. Nel dettaglio il paese nordafricano è il nostro quarto fornitore di petrolio con l’11,6%, dietro a Iraq con il 18,5%, Azerbaigian con 18,1% e Russia con 13,7%. La Libia – conclude Confartigianato- rimane al quarto posto per le forniture di gas naturale dietro a Russia (41,5%), Algeria (22,9%) e Qatar (8,5%) mentre si colloca al dodicesimo posto per il petrolio raffinato, con il 2,9% delle importazioni totali.