I rischi per l’economia globale sono ancora al ribasso; il commercio mondiale ha ripreso a espandersi e vi sono stati segnali di attenuazione delle dispute tariffarie fra Stati Uniti e Cina, ma le prospettive restano incerte e sono in aumento le tensioni geopolitiche. Aspettative meno pessimistiche sulla crescita, favorite dall’orientamento accomodante delle banche centrali, hanno tuttavia sospinto i corsi azionari e agevolato un moderato recupero dei rendimenti a lungo termine. E’ questo il quadro che emerge da una nota diffusa dalla Banca d’Italia.
L’andamento dell’economia. Nell’area dell’euro l’attività economica – spiega Bankitalia – è frenata dalla debolezza della manifattura, particolarmente accentuata in Germania nonostante un andamento superiore alle attese in novembre; permane il rischio che ne risenta anche la crescita dei servizi, rimasta finora più solida. L’andamento dell’economia incide sull’inflazione, che nelle proiezioni dell’Eurosistema è sostenuta dallo stimolo monetario ma viene prevista ancora inferiore al 2 per cento nel prossimo triennio. Il Consiglio direttivo della Bce ha riconfermato la necessità di mantenere l’attuale orientamento accomodante.
Si stabilizzano gli ordini. Le ultime informazioni disponibili suggeriscono che in Italia l’attività economica, lievemente cresciuta nel terzo trimestre dello scorso anno, sarebbe rimasta pressoché stazionaria nel quarto, continuando a risentire soprattutto della debolezza del settore manifatturiero. Nelle indagini dell’Istat e della Banca d’Italia le imprese esprimono valutazioni appena più favorevoli sugli ordini e sulla domanda estera, ma continuano a considerare l’incertezza e le tensioni commerciali come fattori che ostacolano la propria attività. Per il 2020 – si legge nella nota – le aziende programmano un’espansione degli investimenti, anche se più contenuta dell’anno precedente.
Cresce l’occupazione. Nel terzo trimestre il numero di occupati – rileva Bankitalia – è lievemente aumentato, soprattutto nel settore dei servizi; i dati disponibili segnalano un’espansione anche negli ultimi mesi dell’anno. La crescita delle retribuzioni è positiva (0,7 per cento sull’anno precedente) seppure in diminuzione, rispecchiando il permanere di rilevanti settori dell’economia in attesa di rinnovo contrattuale.
Il rapporto tra indebitamento netto e PIL, Le informazioni preliminari disponibili per il 2019 segnalano una lieve flessione dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil e un aumento del rapporto tra il debito e il prodotto. La manovra di bilancio per il triennio 2020-22, approvata lo scorso dicembre dal Parlamento, – prosegue Bankitalia – accresce il disavanzo di 0,7 punti percentuali del Pil in media all’anno rispetto ai valori tendenziali. Nei programmi del Governo l’incidenza sul prodotto dell’indebitamento netto e del debito, dopo una stabilizzazione nel 2020, si ridurrebbe nel biennio successivo.
La crescita – conclude Bankitalia – è ancora esposta a rischi rilevanti, connessi con l’incertezza geopolitica in aumento, con i conflitti commerciali solo in parte rientrati e con il debole andamento dell’attività economica nei nostri maggiori partner europei; potrebbe inoltre risultare inferiore a quanto prefigurato qualora fosse ritardata la realizzazione dei cospicui investimenti pubblici programmati, inclusi nel quadro previsivo, o se si riaccendessero tensioni sui mercati finanziari.