Segno meno per le esportazioni. Nello specifico, a novembre 2019 si stima una flessione congiunturale delle esportazioni (-4,2%) e una variazione nulla delle importazioni. Il calo congiunturale dell’export è da ascrivere in particolare all’ampia diminuzione delle vendite verso i mercati extra Ue (-8,1%), mentre quella verso l’area Ue è più contenuta (-0,9%). E’ questo il quadro che emerge da una nota diffusa da Istat dal titolo “Commercio con l’estero e prezzi all’import dei prodotti industriali.”
I dati. Nel trimestre settembre-novembre 2019 rispetto al precedente – spiega l’Istat – si rileva un aumento delle esportazioni (+1,4%) e una lieve contrazione delle importazioni (-0,6%). A novembre 2019 la diminuzione su base annua dell’export è pari a -3,2% e coinvolge sia l’area extra Ue (-3,7%) sia i paesi dall’area Ue (-2,7%). La diminuzione tendenziale dell’import (-5,9%) – si legge nella nota – è principalmente determinata dal forte calo registrato per i mercati extra Ue (-10,6%), mentre per i paesi dell’area Ue la flessione è meno ampia (-2,7%).
I settori coinvolti. Tra quelli che contribuiscono maggiormente alla diminuzione tendenziale dell’export nel mese di novembre si segnalano mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-23,7%), macchinari e apparecchi n.c.a. (-5,5%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-5,1%) e computer, apparecchi elettronici e ottici (-11,5%). In aumento, su base annua, le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+22,4%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+5,9%) e articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (+3,0%).
La flessione delle esportazioni nazionali. Su base annua, – evidenzia l’Istituto – i paesi che contribuiscono in misura più ampia alla flessione delle esportazioni nazionali sono Stati Uniti (-10,5%), Spagna (-10,8%), Germania (-4,5%), Regno Unito (-8,7%) e Cina (-15,5%), mentre si registra un incremento delle vendite verso Svizzera (+11,4%), Francia (+2,5%), Giappone (+17,8%), Belgio (+9,2%) e Turchia (+13,3%).
Cosa incide sull’export. Nei primi undici mesi del 2019, – si legge ancora nella nota – l’aumento su base annua dell’export (+2,1%) è trainato dalle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+25,8%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,3%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+9,2%) e articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (+6,8%).
Il confronto. Si stima che il surplus commerciale a novembre 2019 aumenti di 897 milioni di euro (da +3.975 milioni a novembre 2018 a +4.872 milioni a novembre 2019). Nei primi undici mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge +47.909 milioni (+83.331 milioni al netto dei prodotti energetici). Nel mese di novembre 2019 – conclude l’Istat – si stima che l’indice dei prezzi all’importazione cresca dello 0,6% rispetto al mese precedente e diminuisca del 2,1% in termini tendenziali.