Dibattiti in tv, scontri tra maggioranza e opposizione, disaccordi interni alla stessa coalizione di governo: il lungo iter verso l’approvazione della Legge di Bilancio 2020 ha significato tutto questo e molto altro ancora. Ma, adesso che finalmente la manovra è stata approvata in Senato, cosa cambierà concretamente per le tasche degli italiani?
Le novità del 2020 saranno visibili fin dagli inizi di gennaio, quando gli italiani dovranno fare i conti con la comparsa di nuove tasse. Sebbene infatti il governo sia riuscito a debellare il tanto temuto aumento dell’Iva, la nuova Legge di Bilancio porterà con sé molte novità, non tutte positive per le tasche degli italiani. Nello specifico, tra le tasse attese per il 2020, sono cinque le imposte che più hanno fatto discutere:
La plastic tax sarà attiva solo da luglio, ma è una delle imposte su cui maggiormente si sono scontrate le forze di governo. Si tratta di un’imposta da applicare a tutti i prodotti monouso in plastica, introdotta con l’obiettivo di fare entrare risorse nella casse dello Stato, disincentivando la produzione e il consumo di plastica. Ma, molte sono state le critiche sollevate a proposito, anche da parte dalle associazioni ambientaliste e dai sindacati: la nuova imposta avrebbe potuto mettere a rischio migliaia di posti di lavoro, senza ridurre in concreto il consumo di plastica. Anche in seguito ad argomentazioni di questo genere, il governo ha deciso di introdurre comunque l’imposta, ma riducendone l’importo da 1 euro a 45 centesimi al chilo di plastica impiegato. Rientra tra i materiali tassabili il tetrapak, mentre restano esclusi i prodotti in plastica riciclata e quelli composti da più materiali che abbiano una componente di plastica inferiore al 40%.
La sugar tax consisterà in un’imposta di 10 centesimi a litro e verrà applicata alle bevande analcoliche zuccherate. Anche questa tassa, come la plastic tax, non partirà da gennaio, essendo stata posticipata ad ottobre 2020. Uno slittamento che tuttavia porterà una perdita per le casse dello Stato di 175,3 milioni di euro. Anche questa “microtassa” (lo stesso appellativo è utilizzato per la plastic tax) ha avuto un iter di approvazione tutt’altro che semplice, soprattutto a causa della forte opposizione sollevata da Italia Viva che fino a pochi giorni prima dell’ok definitivo alla nuova Legge di Bilancio aveva insistito affinché entrambi le microtasse venissero eliminate dal testo.
La tassa sulla fortuna, come si intuisce dal termine, andrà a colpire le vincite di giocatori di slot machine e lotterie istantanee, compresi i Gratta e Vinci. L’importo sarà pari al 20% in entrambi i casi, ma per le slot machine esso sarà applicato su vincite maggiori di 200 euro, già a partire dal 15 gennaio. Per le lotterie istantanee invece la nuova tassa peserà sulle tasche dei giocatori dal primo marzo e sarà applicato su vincite maggiori a 500 euro.
In aumento anche la tassa sulle auto aziendali, sebbene il rincaro non riguarderà tutti i veicoli, ma solo le nuove immatricolazioni. La revisione della tassazione sui mezzi aziendali non sarebbe nelle intenzioni del governo finalizzata ad un maggior introito nelle casse dello Stato, quanto ad incentivare un ricambio dei veicoli a favore delle auto elettriche o ibride, ovvero di quei modelli con un minor impatto ambientale. Se quest’ultime infatti verranno tassate del 25%, ovvero meno dell’attuale 30%, le auto più inquinanti potranno pesare sul reddito fino al 60% (il doppio dell’attuale imposta).
La Robin tax anche subirà degli incrementi, sebbene sia stata ridotta la platea di concessionari a cui sarà applicata la tassa che nelle intenzioni di chi la propose per la prima volta (senza poi vederla mai attuata), il presidente Usa Jimmy Carter, avrebbe dovuto togliere ai ricchi per dare ai poveri. Difatti l’addizionale Ires (l’imposta diretta applicata al reddito prodotto da una società) salirà del 3,5% per i concessionari di autostrade, porti, aeroporti e ferrovie. In concreto quindi i concessionari interessati vedranno la tassa passare dal 24% al 27,5% e l’applicazione avrà una durata di 3 anni, dal 2019 al 2021.