Ma cosa vuole dire networking e come dobbiamo agire questo strumento? Il termine oggi è sin troppo “abusato” quanto il significato profondo è ancora poco conosciuto. Nonostante sia uno degli strumenti maggiormente efficaci per individuare nuove opportunità professionali (oltre che di business) purtroppo ad oggi non ha ancora acquisito una sua meritata “dignità scientifica” a differenza di altri paesi dove è ampiamente utilizzato: il limite è rappresentato dalla nostra “triste” matrice culturale per cui se una persona fa qualcosa per qualcun altro significa raccomandare, svuotando così lo strumento e le sue “inesauribili” opportunità e potenzialità.
Il networking, a differenza della raccomandazione, apre le porte del mondo del lavoro: la prevalenza di noi pensa che fare networking con un interlocutore voglia dire ottenere qualcosa per il proprio sviluppo e miglioramento. In realtà nella sua essenza, il networking è prima di tutto “scoprire cosa si può fare per qualcun altro”, richiamando il tema del dono e della reciprocità, in particolare della fiducia e del creare valore per l’altro in primis e per sé, attraverso connessioni generose. Il Networking è prima di tutto un atteggiamento mentale, che non significa agire come se necessariamente dovessimo concludere un affare: rendersi utili, disponibili, lasciarsi sempre con buoni rapporti alle spalle è una premessa fondamentale per fare network e ci consente di creare legami che rimarranno nel tempo e che potranno dare identità e continuità tra le persone.
Cambiando radicalmente prospettiva occorre riflettere che quando una persona mette la sua faccia per noi non vuole dire che ci sta “raccomandando” ma che si sta esponendo perché ritiene che siate meritevoli della sua fiducia, moneta oggi tanto preziosa quanto rara. Il networking, infatti, è rappresentato dal nostro sistema di relazioni ed è costituito da tutte le persone che si conoscono, sia a livello di relazione consolidate (legami forti) che a livello di relazioni appena conosciute e/o frequentate occasionalmente (legami deboli). Il network deve allargarsi a nuove relazioni, da costruire ex novo ogni giorno anche perché il 70% delle posizioni transita attraverso canali non ufficiali, il cosiddetto mercato nascosto, che nell’83% dei casi è segnalato da legami cosiddetti deboli, cioè da persone conosciute o frequentate occasionalmente, e non invece da legami forti e stabili, come si potrebbe pensare (si veda Grannovetter).
Il networking può essere svolto sia in modalità di persona (un caffè) che on Line (linkedIn e i social network): sono diversi gli approcci e le modalità ma rimangono identiche le logiche di creazione del valore. Oggi Internet e i social network sono diventati uno strumento molto importante con cui accedere in modo rapido e sistematico a tante informazioni impensabili sino a pochi anni fa. Non bisogna però fare l’errore, come vedo diffuso, di identificarsi con il solo strumento, per quanto importante esso sia. Networking si può sintetizzare nella frase “pensare e progettare valore per l’altro e per sé” e questo avviene se c’è reale interesse e conoscenza dell’interlocutore, anche attraverso la mappatura dei circuiti, sia personali che professionali, in cui è inserito.
Il “potere del networking” e delle referenze consentono di trasferire una “nuova cultura delle relazioni professionali” e di raggiungere importanti traguardi in tutti gli ambiti della nostra vita sia professionali che personali.