Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha approvato all’unanimità, nonostante il ritardo con il quale è stato predisposto dagli Organi di gestione dell’Istituto, il bilancio preventivo 2020 dell’Inps. “Con tale decisione l’Istituto, per la prima volta dal 2011 – ricorda Guglielmo Loy, Presidente del Civ – non ricorre all’esercizio provvisorio.” E’ quanto fa sapere l’Inps in una nota.
La decisione del Civ, che rappresenta milioni di imprese e lavoratori “contribuenti”, motivata nell’ordine del giorno che accompagna la deliberazione di approvazione, è assunta per senso di responsabilità istituzionale pur essendo stato reso disponibile il Progetto di bilancio, – si legge nella nota – da parte degli Organi di gestione, solo il 2 dicembre con 63 giorni di ritardo rispetto ai termini regolamentari.
Un ritardo che, secondo Loy, non è stato però utile a dare maggiori certezze all’attività dell’Istituto e che rimanda scelte importanti con le prossime note di variazione. In particolare, mancano scelte chiare sugli investimenti per il patrimonio strumentale (sedi Inps) al fine di ridurre le spese per affitti, c’è l’urgenza di implementare le risorse per la formazione del personale e le risorse per rafforzare l’attività dei collaboratori istituzionali come i Caf. Così come – prosegue – va previsto un intervento radicale per garantire tempi rapidi ai lavoratori pubblici richiedenti la pensione.
I dati. L’Inps ha previsto entrate dai contributi per oltre 236 miliardi di euro, per far fronte a 233 miliardi di euro di prestazioni. I termini del Bilancio confermano il rilevante contributo dei pensionati alla fiscalità generale, con trattenute Irpef versate dall’Inps allo Stato per 58 miliardi di euro. Gli interventi assistenziali per invalidità civile e accompagno – spiega l’Istituto – sono preventivati in circa 18,7 miliardi di euro, altri interventi di protezione sociale sono preventivati in 15 miliardi di euro, reddito e pensione di cittadinanza in 7,1 miliardi di euro, quota 100 in 5,2 miliardi di euro.
L’intervento dello Stato per prestazioni assistenziali e di protezione sociale – si legge ancora nella nota – è di 86 miliardi di euro. Si rende necessario per i disavanzi previdenziali, in particolare relativi alla incorporazione in Inps dei soppressi Enti previdenziali del lavoro pubblico e delle aziende dei servizi privati (FFSS e Telefonia) e dei coltivatori diretti, un trasferimento dal bilancio dello Stato di 19 miliardi di euro. Altri 17 miliardi di euro sono destinati alle politiche attive del lavoro. Il bilancio di previsione 2020 chiude con un risultato di esercizio negativo pari a 6,38 miliardi di euro con un miglioramento del 35% rispetto alle previsioni del 2019.
Il bilancio. Questo risultato – rileva l’Inps – è influenzato positivamente dalla previsione del gettito contributivo in crescita per 3,4 miliardi di euro relativo alla gestione del lavoro dipendente privato e dalla gestione separata. In termini negativi il bilancio registra un incremento dei crediti per 7,38 miliardi di euro – conclude l’Inps – . Si è provveduto ad un aumento del Fondo svalutazione crediti contributivi di circa 7 miliardi di euro.