Sono sempre più numerose le imprese che forniscono le prestazioni sociali che lo stato non riesce a garantire, è il cosiddetto “secondo welfare”. Il suo punti forti sono i 322 servizi sanitari integrativi e i 33 piani previdenziali che interessano milioni di nostri connazionali. Molto sta avvenendo anche sul piano della quotidianità della vita aziendale, il punto più innovativo su questo fronte risale all’inizio di questa settimana: la firma del contratto integrativo con cui la casa farmaceutica Menarini.
In base all’accordo coi sindacati la multinazionale – presente in 136 paesi del mondo – ha esteso la copertura sanitaria integrativa a tutti i familiari dei suoi 3500 dipendenti italiani. Il nuovo contratto prevede anche l’aumento del premio di produttivitĂ se il dipendente lo utilizza per servizi di welfare, come: la pensione integrativa, l’assistenza familiare, la retta per l’asilo nido, agevolazioni per il congedo parentale, il part time e l’anticipo del Tfr – che si potrĂ chiedere anche per un’adozione, per l’iscrizione di un figlio all’universitĂ , per l’affitto o l’acquisto di una casa quando ci si separa. Sono previste anche le ferie solidali: la possibilitĂ per un dipendente di cederle a un collega in difficoltĂ .
Il rapporto curato da “Percorsi di secondo welfare”, laboratorio del Centro studi Einaudi di Torino e dell’Università degli studi di Milano, che ben 13 contratti collettivi nazionali, siglati dal 2016 ad oggi, prevedono al loro interno misure di welfare aziendale. Il 40% degli accordi aziendali poi comprende disposizioni in materia di prestazioni sociali per i dipendenti. Sono accordi in vigore in oltre 166mila imprese che riguardano oltre 2 milioni di lavoratori.
Nel suo Punto di martedì sera il giornalista di La7 Paolo Pagliaro ha sostenuto che “la rissosità della politica non abbia ancora contagiato le relazioni industriali”. Se per “rissosità ” intendiamo gli slogan con cui la politica è solita posizionarsi senza poi concretamente prendere posizione, mi sento di condividere il punto. Ritengo però al contempo che sia necessario un nuovo intervento legislativo chiarificatore per regolamentare ed agevolare il welfare aziendale nel nostro paese. Da un punto di vista normativo, il primo intervento in materia è l’art.51 de La relazione del testo unico delle imposte sul reddito, datato 1986. Da tempo sono entrati nel mercato dei nuovi player che ampiamente allargato lo spettro. Con la finanziaria del 2016 si è posta una regolamentazione ma occorrono ancora non pochi interventi legislativi in un mercato in cui le aziende stanno ormai sostituendo il ruolo dello stato. Le parti sociali sono sempre più i driver delle riforme nel nostro paese ed è compito della politica agevolare chi fa le sue veci. Se non proprio Dio, per lo meno “aiutati, che lo Stato ti aiuta”.