L’incertezza frena le feste. Gli italiani sono arrivati al Natale 2019 con qualche pensiero in più, preoccupati dalle prospettive della politica e dell’economia, ma anche da quelle del fisco. Preoccupazioni che si riflettono sulla spesa: un italiano su tre, infatti, ha tagliato quella per i regali, ed il budget medio si è ristretto a 272 euro a persona (-4,4%). Ma il Natale continua a passare per negozi, mercati e mercatini: li ha scelti per acquistare i regali il 39% dei consumatori, più del web. È quanto emerge dal tradizionale sondaggio di Natale condotto da Confesercenti con Swg sulle opinioni e sulle intenzioni d’acquisto dei consumatori italiani per le prossime festività.
L’opinione pubblica. Il 2019 – spiega Confesercenti – è stato un anno negativo, anche se complessivamente non peggiore del 2018. Crolla inoltre il timore dello spread: gli italiani preoccupati per i conti pubblici passano dal 19 al 9%. Ma il miglioramento non basta a generare fiducia: per alcune famiglie il 2019 ha segnato infatti l’inizio di una fase declinante, come testimoniato dall’aumento dal 50 al 53% degli italiani che ammettono di avere qualche o molte difficoltà ad arrivare a fine mese. Su tutti incide l’incertezza sul futuro: solo il 16% scommette su un 2020 più stabile, il livello più basso degli ultimi tre anni.
L’incertezza sulla situazione economica dell’Italia rimane alta (indicata dal 42% degli intervistati) e sulle prospettive per i giovani (35%). In aumento, dal 23 al 26%, – rileva Confesercenti – anche i preoccupati dalle tasse: pesa la lunga discussione sulla manovra, ed il dibattito molto acceso, anche sui media, sugli aumenti di imposta. Danno un po’ meno pensiero, invece, criminalità (dal 26 al 24%) e immigrazione (dal 19 al 18%).
Sostenibilità e tradizione. A crescere più di tutti, però, – emerge dal sondaggio – è la rinnovata attenzione all’ambiente. Che irrompe nei pensieri degli italiani: la quota che inserisce l’inquinamento tra i fattori di preoccupazione passa dal 30 del 2018 al 36% di quest’anno, la stessa percentuale registrata per la disoccupazione. Un monito per una politica ambientale diversa, ma anche a se stessi. Si respira più attenzione alla spesa e agli sprechi, ma nel senso più vero del Natale: comprare l’utile, pensare ai bisogni di chi ti è vicino. Senza eccessi: in media, il 33% dei regali ricevuti, infatti, viene riciclato e regalato a qualcun altro, il segno evidente di un disallineamento tra doni e bisogni reali.
Un mutato atteggiamento che, nelle decorazioni, – prosegue Confesercenti – si intreccia con una rinnovata voglia di tradizione: l’albero rimane il più scelto ma perde terreno, soprattutto quello vero, passando dal 76 al 73% delle preferenze. Cresce invece il Presepe, ora tornato quasi in una casa su due (49%). Sempre più tradizionali anche i dolci: il 50% sceglierà il panettone, il 44% il pandoro. Solo il 6% opterà per altri tipi di dessert natalizio.
La spesa per i regali di Natale. Sempre in un’ottica di attenzione alla sostenibilità, – precisa Confesercenti – il 32% degli italiani progetta di spendere meno dello scorso anno, contro un 11% che invece è intenzionato a spendere di più. Il risultato è una leggera riduzione della spesa media per i regali, che passa da 285 a 272 euro per persona. È un taglio lineare: ogni italiano acquisterà in media 7 regali, lo stesso numero dello scorso anno. Ma spenderà, per tutti un po’ di meno, salvando dalla riduzione solo parenti stretti e bambini.
Il commercio di vicinato. Il 39% degli intervistati – sottolinea Confesercenti – indica l’intenzione di comprare in un negozio o un mercatino: una quota superiore sia a quella che preferisce il canale del web (32%) che a quelli che hanno intenzione di fare i propri acquisti di Natale presso grandi strutture commerciali (25%). Rispetto a 10 anni fa, però, la crescita dell’online è evidente: nel 2010 solo un italiano su dieci comprava i suoi regali via internet. Calano, invece, gli acquisti nei centri commerciali, dal 49% di inizio decade al 25% di oggi.
I regali più comprati e quelli più desiderati. Sotto l’albero trionfano i soliti noti: capi d’abbigliamento (38%), libri (segnalati dal 37% degli intervistati), doni gastronomici (32%). Ma si impongono anche prodotti di tecnologia e giocattoli e videogiochi (entrambi al 20%). Poi ci sono vini e accessori moda (al 19%). Cresce, – si rileva dal sondaggio – ma rimane distante nella classifica dei doni più acquistati, la categoria l’arredamento/accessori per la casa (indicata dal 16%). Seguono elettrodomestici (11%), calzature (7%) e viaggi (3%).
La classifica dei regali. L’incertezza e la spinta contro gli sprechi porta a desiderare soprattutto un regalo utile. In cima alle preferenze, a grande distanza da tutto il resto, – conclude Confesercenti – c’è infatti il regalo utile per eccellenza: i buoni acquisto, da spendere come e quando si vuole nei negozi di propria scelta e desiderati dal 22% degli intervistati. Seguono i prodotti tecnologici (16%) ed i regali enogastronomici (14%), mentre i capi d’abbigliamento sono indicati dall’11%: Seguono profumi o cosmetici (8%), smartbox o simili e arredamento/accessori per la casa (tutte e due al 5%) e infine gioielli e giochi (rispettivamente 3 ed 1% delle preferenze).