Roberto Zecchino nasce a Teramo nel 1968 e si laurea con lode in Scienze Politiche presso lโUniversitร degli Studi di Teramo. Successivamente si specializza presso lโUniversitร di Ginevra in Economia dello Sviluppo, parla correntemente inglese, tedesco, francese e spagnolo e ha maturato significative esperienze nellโarea risorse umane presso importanti multinazionali tra cui Autodesk in Italia e in Svizzera. Da settembre 2003 ricopre il ruolo di Vice President Human Resources and Organization Bosch Italy and South Europe con la responsabilitร e il coordinamento della funzione risorse umane di 19 societร e circa 6.000 collaboratori nei paesi Italia, Grecia, Cipro Albania e Malta. Tra i numerosi impegni, dal 2014 si dedica in prima persona e con grande entusiasmo allโinnovativo progetto โAllenarsi per il Futuroโ, volto ad avvicinare giovani studenti di tutta Italia al mondo del lavoro. Sposato e con due figlie, Roberto ha la passione per lo sport, la musica e le risorse umane. Il Gruppo Bosch, fornitore leader e globale di tecnologie e servizi, รจ presente in Italia dal 1904, anno in cui fu inaugurato il primo ufficio di rappresentanza a Milano. Lo sviluppo di Bosch in Italia รจ proseguito negli anni ampliando notevolmente le aree dโinteresse, trasformandosi da semplice sede commerciale a vera e propria realtร industriale. Grazie ai circa 410.000 collaboratori impiegati nei quattro settori di business Mobility Solutions, Industrial Technology, Consumer Goods e Energy and Building Technology, il Gruppo Bosch ha registrato un fatturato di 78,5 miliardi di euro nel 2018. In qualitร di azienda leader nel settore IoT Bosch offre soluzioni innovative per smart home, smart city, mobilitร connessa e Industry 4.0. Inoltre, utilizza la propria competenza nella tecnologia dei sensori, dei software e dei servizi, oltre che nel proprio cloud IoT per offrire ai clienti soluzioni connesse, cross-domain da un’unica fonte. L’obiettivo strategico del Gruppo รจ quello di fornire soluzioni innovative per una vita connessa.
Come sta cambiando la figura del direttore del personale rispetto alla rivoluzione epocale che stiamo vivendo nella societร , nellโeconomia e nel mondo del lavoro? Si tratta di un ruolo chiave per gestire questa fase di cambiamento e transizione verso lโera della robotica e dellโintelligenza artificiale? Sempre di piรน la figura del direttore del personale assume il ruolo di facilitatore nei cambiamenti che stiamo affrontando sia dal punto di vista sociale che professionale. ร una nostra responsabilitร guidare il cambiamento culturale verso lโera della robotica facendo comprendere ai nostri collaboratori lโimportanza del sapersi reinventare in ruoli sempre piรน strategici e svincolati dallโoperativitร che puรฒ essere lasciata ai supporti informatici. Come ripeto ai miei collaboratori, le nuove sfide non devono spaventarci, ma essere per noi fonte di nuova energia per dare il massimo ogni giorno.
Il tema del benessere in azienda รจ molto diffuso. Come si realizza in concreto e quali sono le leve da attivare? Parlare di benessere aziendale risulta credibile solo se lo ancoriamo al principio di diversitร . Individuare e comprendere la diversitร in azienda ci permette di creare degli strumenti ad hoc per misurare il livello di benessere globale ed attivare delle misure adeguate per migliorare la qualitร e la produttivitร del lavoro dei nostri collaboratori. Sarebbe errato cristallizzare le leve da attivare poichรฉ dipendono dalla cultura aziendale e dal periodo storico di riferimento. Lโunico aspetto che mi sento di sottolineare รจ quello di non perdere mai di vista il coinvolgimento dei nostri collaboratori a tutti i livelli inquadrandoli nel contesto piรน ampio di un disegno di business condiviso.
Il welfare aziendale รจ uno strumento di grande attualitร che si sta sviluppando in modo capillare soprattutto negli ultimi anni. Tramite questi strumenti lโazienda ottiene una molteplicitร di benefici con ricadute positive anche a livello sociale. Che ne pensa?ย Credo che il nostro compito sia principalmente quello di garantire il giusto equilibrio tra la vita privata e professionale. Per questo motivo il welfare aziendale deve essere quanto piรน possibile flessibile per adattarsi alle diverse esigenze dei collaboratori. ร infatti ampiamente dimostrato che un collaboratore sereno ed in grado di gestire in maniera soddisfacente il binomio vita personale-vita professionale sia non soltanto piรน motivato, ma anche fonte di inesauribile valore per lโazienda e la comunitร sociale in cui vive.
La dimensione spazio-temporale del lavoro e della sua organizzazione stanno cambiando. Il tempo e il luogo di lavoro sono sempre meno vincolanti, anche se non per tutte le realtร . Parliamo di smart working e di work-life balance. A che punto siamo? Negli ultimi anni il mondo HR รจ stato chiamato ad affrontare lโimportante sfida della diffusione della cultura della fiducia nei confronti dei propri collaboratori. Smontare il paradigma del controllo diretto da parte dei Manager a fronte di una maggiore condivisione di attivitร ed obiettivi non รจ stato facile, ma ho avuto modo di constatare che ormai se ne parla sempre di piรน anche tra le piccole/medie imprese. Sicuramente il lavoro da fare รจ ancora tanto, soprattutto perchรฉ ogni azienda deve trovare, laddove le attivitร lavorative lo permettano, il modo corretto di declinare gli strumenti di lavoro e di monitoraggio da remoto. In Bosch siamo da sempre promotori di soluzioni per una vita โconnessaโ in grado di rispondere alle macrotendenze globali ed anche noi negli ultimi anni abbiamo sempre di piรน diffuso la cultura della flessibilitร oraria e lavorativa per permettere ai nostri collaboratori di trovare tempi e luoghi idonei per lavorare al meglio delle loro possibilitร .
Nellโeconomia della conoscenza le risorse principali su cui investire e che rappresentano un vantaggio competitivo sono i talenti. Alcuni consulenti di McKinsey nel lontano 1997 hanno teorizzato addirittura la โguerra dei talentiโ tra le aziende. Oggi parliamo di giovani talenti che appartengono alla generazione dei Millennials ma anche alla Generazione Z. Come si attrae e trattiene un talento e perchรฉ รจ cosรฌ importante? Mi piace pensare che il talento sia democratico, puรฒ nascere dappertutto, ma รจ difficile da riconoscere e sviluppare. Noi iniziamo a coinvolgere i ragazzi sin dalle scuole superiori per scoprire giovani promesse. Grazie al progetto โAllenarsi per il futuroโ orientiamo e formiamo i piรน giovani alle sfide del mondo del lavoro permettendo loro di conoscerci direttamente tramite i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento nella nostra azienda. Penso quindi sia inesatto parlare di โguerra dei talentiโ tra le aziende, penso invece che, sempre di piรน, i talenti abbiano sviluppato una certa maturitร e consapevolezza su quello che vogliono trovare nellโazienda dei loro sogni. Per trattenerli quindi bisognerร coinvolgerli nella scelta della loro formazione e crescita professionale, promuovendo servizi di welfare aziendale sempre piรน vicini alle loro esigenze.
La robotica e lโintelligenza artificiale stanno progressivamente trasformando lโazienda e il lavoro. In che modo stanno cambiando anche lโattivitร della funzione HR? Ci sono giร diversi ambiti di applicazione come per esempio nella fase di selezione del personale? Lโintelligenza artificiale e i big data stanno rivoluzionando molti dei nostri ruoli e sicuramente la funzione piรน coinvolta รจ stata quella della selezione del personale: i nuovi strumenti promettono semplicitร di utilizzo, risparmio di tempo ed individuazione piรน agevole del miglior candidato. Sebbene siano degli strumenti molto utili, consiglio tuttavia di trovare un giusto compromesso con i metodi di selezione tradizionali poichรฉ sempre di piรน, in quella che viene giร definita โThe humanizing eraโ, quello su cui bisogna lavorare รจ la Customer Experience e non cโรจ nulla di piรน bello che accogliere i candidati nella propria sede con un sorriso e una bella stretta di mano.
Lโazienda, a volte, si trova di fronte la necessitร di procedere a licenziamenti collettivi. Come si gestisce questa fase critica? Purtroppo non sempre si รจ in grado di rispondere in maniera efficace ai cambiamenti economici. Credo che la carta vincente sia sempre quella della trasparenza. Condividere le motivazioni che portano a questa azione e, dallโaltra parte, orientare tutte le nostre energie a trovare soluzioni di ricollocazione interna, laddove possibile, potrebbero alleggerire il carico emotivo dei collaboratori coinvolti. Qualora questโultima strada non fosse percorribile รจ nostra responsabilitร mettere in piedi uno strutturato processo di outplacement per garantire ai collaboratori quanti piรน mezzi possibili per una rapida ricollocazione lavorativa.
Le relazioni sindacali in questi anni sono molto cambiate. La dimensione aziendale รจ sempre piรน importante. Quali sono gli elementi di innovazione che vede o che auspica nelle relazioni industriali? Il rapporto con le relazioni industriali sta cambiando poichรฉ sempre di piรน si sta assistendo ad una aziendalizzazione dello stesso. I collaboratori timidamente si fanno sempre piรน spazio nella partecipazione alle varie decisioni e aspetti della vita aziendale, dalle varie forme del welfare aziendale alle decisioni strategiche. Tuttavia non trovano dalla loro parte una normativa forte, che garantisca e promuova queste partecipazioni. Mi auguro che con il giusto supporto normativo venga sempre di piรน premiata lโiniziativa spontanea delle imprese di sviluppare attivitร di integrazione volte a conciliare sviluppo sociale e maggiore competitivitร , trasformando i diritti giร esistenti in uno strumento di diffusione di pratiche socialmente responsabili.
Se fosse Ministro del Lavoro quale sarebbe il primo provvedimento che promuoverebbe? Promuoverei una maggiore sinergia tra istituti scolastici e realtร aziendali. Ancora oggi cโรจ un forte divario tra le competenze e le aspettative lavorative maturate tra i banchi di scuola e quello che le aziende si aspettano di trovare sul mercato del lavoro. Probabilmente la difficoltร maggiore sta nella velocitร di reazione al cambiamento culturale ed economico delle due realtร . Proporrei programmi didattici trasversali, con unโattenzione particolare al mondo delle soft skills, tanto importanti quanto dimenticate nel sistema scolastico di questo mondo in continuo cambiamento. Tanto รจ giร stato fatto promuovendo lโalternanza scuola-lavoro e i tirocini formativi, ma penso si possa dare un ulteriore boost sul tema per creare professionisti pronti ad un mercato del lavoro nella quale, probabilmente, ricopriranno un ruolo che ad oggi non esiste neppure.
Infine, una domanda personale. Come e perchรฉ si decide, ad un certo punto della propria vita, di diventare direttore del personale? Penso che scegliere di proseguire la propria carriera nellโambito delle risorse umane sia, prima di tutto, una vocazione. Lโattenzione alla risorsa per eccellenza รจ infatti tutto fuorchรฉ di facile gestione. Bisogna sviluppare doti quali il problem solving, la gestione emotiva propria e dei collaboratori e soprattutto lโascolto attivo. Essere una guida per i propri collaboratori richiede passione e tanto impegno, ma si hanno anche le soddisfazioni piรน grandi. Spingerli sempre a dare il meglio รจ il nostro pane quotidiano e come ripeto sempre al mio team #andiamoavincere.