I 25 giganti del WebSoft (Software & Web Companies) analizzati dall’Area Studi Mediobanca operano nell’internet retailing, nello sviluppo di software e negli internet services (social, search engine, web portal, payment system). 14 hanno sede operativa negli USA, 7 in Cina, 2 in Giappone e 2 in Europa (entrambi in Germania). A rilevarlo è R&S Mediobanca in un comunicato stampa.
Il confronto. Nel 2018, – spiega R&S Mediobanca – le WebSoft hanno generato un giro d’affari di €850mld, in crescita del 20,3% l’anno dal 2014, oltre sei volte quella delle multinazionali manifatturiere (3,1%). Danno lavoro a quasi 2milionidi persone, quasi il doppio delle consistenze del 2014 (in gran parte per acquisizioni).
Il fatturato. I loro utili sono più che raddoppiati in cinque anni e il valore di Borsa è arrivato a €5.065 mld a metà novembre 2019. I colossi analizzati – precisa R&S Mediobanca – si distinguono per solidità patrimoniale e soprattutto per liquidità, potendosi permettere di investire in titoli a breve termine addirittura più delle grandi banche europee e americane. Molte Web Soft sono presenti con le rispettive filiali anche in Italia, dove hanno fatturato oltre €2,4 mld nel 2018, occupando più di 9.800 lavoratori.
I dati. Il 2018 è stato un anno di grande crescita per le WebSoft. Il fatturato complessivo tocca quota €850 mld (pari al 6,4% del giro d’affari totale delle multinazionali mondiali), in crescita del +24,5% sul 2017 e del +109,7% sul 2014. Una corsa straordinaria, specialmente se paragonata a quelle delle multinazionali manifatturiere (+13%sul 2014). In questa cornice – rileva R&S Mediobanca – estremamente positiva sono soprattutto le aziende cinesi a brillare, grazie a ricavi incrementati del +294% sul 2014. I big americani crescono, invece, “solo” del+91%.
I ricavi aumentano. Il mercato è sempre più concentrato e il podio resta ancora tutto a stelle e strisce. Nel 2018 i primi tre giganti, Amazon, Alphabet (Google) e Microsoft rappresentano circa la metà dei ricavi aggregati del settore. Amazon (€203,4 mld) si conferma in prima posizione per fatturato dal 2014, seguita da Alphabet (€119,5 mld) e Microsoft(€96,4mld). Nel 2014-2018 – si legge nella nota – è aumentato il gap tra i primi cinque giganti e gli ultimi cinque: nel 2014 la differenza di fatturato era poco superiore ai €240mld, nel 2018 è più che raddoppiata a oltre €480 mld. Nel 2014-2018 la crescita media annua più elevata è appannaggio delle cinesi NetEase(+54,8%) e Alibaba (+49,1%), seguite da Facebook(+45,5%).
Volano gli utili. Nel 2018, – prosegue R&S Mediobanca – i colossi del WebSoft hanno prodotto utili per €110mld (l’11,7% del totale delle multinazionali mondiali), ciascuno mediamente per circa €15 mln al giorno rispetto ai €7 mln nel 2014. Anche in questo caso la crescita non teme paragoni con quella delle multinazionali manifatturiere: +20,3% per le WebSoft e +4,3%per le altre. Se si allarga la prospettiva ai cinque anni, i giganti del settore hanno macinato profitti per €413 mld, di cui €82 mld Alphabet, €78 Microsoft e €48 Facebook.
Boom di occupati. Nel 2018 – si legge nella nota – le WebSoft occupano quasi 2milioni di persone sparse nel mondo (il 6% della forza lavoro di tutte le multinazionali mondiali), segnando un aumento di+902mila unità sul 2014 (+91,6%, contro il modesto +1% delle multinazionali manifatturiere). La sola Amazon ha determinato oltre la metà di tale incremento. L’azienda di Jeff Bezos – conclude R&S Mediobanca – è il primo datore di lavoro del settore e ha più che quadruplicato il numero dei propri dipendenti tra il 2014 e il 2018, in parte grazie all’acquisizione di società minori, raggiungendo 647mila unità nel 2018. Al secondo posto una cinese, JD (179mila occupati), e al terzo l’americana Oracle(136mila). La prima europea è al settimo posto: la tedesca SAP (94mila).