Il Consiglio dell’Unione europea ha recentemente approvato la “Raccomandazione sull’accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi”. Il testo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea CA 387/1, è in linea con il Pilastro Sociale europeo e definisce obiettivi ambiziosi al fine di tutelare i nuovi lavoratori negli Stati membri, pur rispettando pienamente i sistemi nazionali.
A chi è rivolta. La Raccomandazione si applica ai lavoratori subordinati e autonomi, comprese le persone che si trovano in entrambe le condizioni lavorative o che sono in transizione tra l’una e l’altra, e punta a fornirgli “accesso a un livello adeguato di protezione sociale, (omissis) fatte salve le facoltà degli Stati membri di organizzare i propri sistemi di protezione sociale”.
I dettagli. Inoltre, la Raccomandazione si applica a chi ha interrotto l’attività lavorativa a causa del verificarsi di uno dei rischi coperti dalla protezione sociale, “nella misura in cui siano previsti negli Stati membri”, come le prestazioni di disoccupazione, per malattia e assistenza sanitaria, di maternità e di paternità assimilate, d’invalidità, di vecchiaia e ai superstiti, in caso d’infortuni sul lavoro e malattie professionali.
L’impegno del governo. In sede comunitaria, è stato ricordato il valore politico della Raccomandazione che – nonostante non abbia carattere legislativo – potrà sostenere gli Stati membri nell’adattamento dei sistemi di protezione sociale, al fine di renderli più efficaci nella protezione dei lavoratori che – alla luce dei cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro – restano spesso senza le tutele minime. Su questo punto in particolare, è stato posto in rilievo l’impegno del Governo italiano al fine di estendere le tutele anche a lavoratori con forme di contratto atipiche, come ad esempio i riders.