Sono 1.579.742, di cui 1.021.761 accolte, 130.409 in lavorazione e 427.572 respinte o cancellate le domande pervenute all’Inps. Sono state accolte 617.090 domande a fronte delle 880.085 pervenute dalle regioni del Sud e dalle Isole (60,4%), 249.237 domande a fronte delle 441.457 pervenute dalle regioni del Nord (24,4%) e 155.434 a fronte delle 258.200 pervenute dalle regioni del Centro (15,2%). A rilevarlo è l’Inps in una nota.
I dati. Dei 1.021.761 nuclei le cui domande sono state accolte, 43.917 sono decaduti dal diritto, 857.141 riguardano nuclei percettori del Reddito di Cittadinanza, con 2.230.457 di persone coinvolte. – spiega l’Inps – I restanti 120.703 sono nuclei percettori di Pensione di Cittadinanza, con 137.318 persone coinvolte. In Italia – si legge nella nota – risultano in uno stato di povertà assoluta 1 milione 800mila famiglie (il 7% dei nuclei familiari) per un totale di oltre 5 milioni di individui (l’8,4% della popolazione). I dati appaiono pressoché stabili se confrontati con quelli del 2017 quando infatti l’incidenza si attestava al 6,9% per le famiglie e all’8,4% per gli individui.
Il confronto. Dal 2007 ad oggi il numero dei poveri ha registrato un incremento del 181% (+121% sulle famiglie). – aggiunge l’Inps – Nelle regioni di Sud e Isole l’incidenza della povertà assoluta sugli individui raggiunge rispettivamente l’11,1% e il 12,0% a fronte di valori molto più contenuti registrati nel Centro (6,6%) e nel Nord (6,8%)
Il working poor. Nel corso del 2018, tendono ancora ad aumentare i cosiddetti ‘working poor’. In particolare, cresce la situazione di criticità delle famiglie il cui ‘capofamiglia’ è impiegato come operaio o assimilato; tra loro risulta povero in termini assoluti il 12,3% del totale. Colpisce e allarma il confronto tra la situazione delle famiglie di operai di oggi con quella antecedente al 2008: tra loro, in soli dieci anni, – conclude l’Inps – l’incidenza della povertà assoluta è aumentata del 624% (passando dall’1,7% del 2007 al 12,3% di oggi).