Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Citroën accorciano i tempi per stabilire il progetto di fusione alla pari che determinerà la creazione del quarto gruppo automobilistico mondiale. I team delle due società partiranno con i lavori, attraverso l’appoggio di Mike Manley, amministratore delegato di Fca, e di Carlos Tavares, ad di Psa e amministratore delegato in pectore del nuovo gruppo, per definire il “Memorandum d’intesa.” Da prospettive ottimistiche, l’intesa con tutti i dettagli potrebbe essere ottenuta entro un mese, più o meno per la festività dell’Immacolata, l’8 dicembre.
Conclusa l’operazione, la Exor guidata da John Elkann, che si è speso con successo in prima persona, porterà a casa un dividendo straordinario (1,7 miliardi di euro su un totale di 5,5 miliardi), un premio in Borsa e il ruolo di primo azionista con il 14,5% nella nuova società. Gli azionisti di controllo di Psa, la famiglia Peugeot, la banca Bpi France controllata dallo Stato e la cinese Dongfeng avranno ciascuno più o meno il 6%. E il ceo Tavares assumerà la responsabilità della gestione. Anche se stando alla governance sono previste importanti deleghe per Elkann.
I governi italiano e francese continuano a monitorare i risvolti dell’accordo nei rispettivi Paesi, visto che Fca e Psa hanno fin da subito assicurato che non ci saranno effetti sugli stabilimenti. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si è detto soddisfatto per la creazione di un gruppo industriale, con una forte componente italiana, destinato a essere uno dei principali protagonisti del mercato globale.
Seguire il percorso. Nello specifico, il ministro ha ribadito che seguirà “con attenzione gli sviluppi dell’operazione, perché la filiera italiana dell’auto occupa un numero significativo di lavoratori qualificati, ed è un volano di investimenti, ricerca e innovazione tecnologica, anche in chiave di transizione verso modelli di sostenibilità ambientale e sociale.”
Lo Stato francese. Secondo il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, il progetto è “una buona notizia per l’industria francese e per l’industria europea.” Per gli Stati Uniti, invece, in riferimento alla presenza cinese, “si guarderà con molta attenzione all’operazione. Da questo punto di vista siamo ovviamente sul chi va là e in guardia. – ha spiegato Larrt Kudlow, consigliere economico del presidente Donald Trump – Dobbiamo essere sicuri che, qualsiasi sviluppo delle attività cinesi ci sia, non si verifichi a danno della nostra economia e della sicurezza nazionale.”