Fim, Fiom e Uilm proclamano due ore di sciopero per tenere assemblee in tutti i luoghi di lavoro e discutere con le lavoratrici ed i lavoratori della mobilitazione necessaria nei confronti delle imprese, del Governo e del Parlamento per contrastare le crisi aziendali attraverso gli investimenti pubblici e privati per il rilancio della crescita economica e sociale attraverso la salvaguardia dell’occupazione e la tutela della salute e sicurezza.
Una situazione insopportabile. I metalmeccanici sono consapevoli della responsabilità generale che hanno nell’industria e nel Paese – spiegano i sindacati in una nota – e vogliono essere protagonisti dei grandi cambiamenti tecnologici e ecologici necessari a salvaguardare la vita e l’occupazione di chi lavora. In Italia – aggiungono – stiamo assistendo ad una situazione insopportabile: aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali, gli annunci di chiusure di interi stabilimenti in tutti i settori dall’elettrodomestico, alla siderurgia, all’automotive, all’elettronica, all’informatica fino alle istallazioni; i processi di ristrutturazione troppo spesso garantiscono redditività alle imprese scaricandone il prezzo sui lavoratori.
Gli investimenti. È necessario – precisano Fim, Fiom e Uilm – investire nella transizione industriale che fermi la chiusura di stabilimenti e investa sulle persone che lavorano a partire dai grandi gruppi, le multinazionali fino alle piccole imprese, affinché si assumano la responsabilità della salvaguardia dell’occupazione e del miglioramento delle condizioni di lavoro attraverso l’innovazione.
Un confronto urgente. È indispensabile impedire le delocalizzazioni delle attività produttive verso paesi a più basso costo del lavoro e impatto ambientale, con politiche che – dicono i sindacati – garantiscano e tutelino il lavoro in Italia investendo nella ricerca e sviluppo e nella formazione continua, nelle infrastrutture, nella riduzione dei costi energetici e della burocrazia. È necessario avviare un confronto urgente – si legge nella nota – per rivedere gli ammortizzatori sociali: i metalmeccanici lo avevano già chiesto con il presidio del 24 settembre 2018. La sola reintroduzione della Cigs per cessazione non basta per i lavoratori in caso di procedure concorsuali e per le aree di crisi complessa.
Stop alla lunga catena di infortuni sul lavoro. La vita non può essere a rischio quando si è al lavoro. – proseguono i sindacati – Prevenzione e controlli e contrattazione per migliorare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli investimenti in impianti, macchinari e sistemi di monitoraggio più moderni e sicuri insieme alla formazione per tutti coloro che entrano nelle fabbriche metalmeccaniche per non rischiare la vita o l’insorgere di malattie professionali.
La grande assemblea nazionale. Fim, Fiom e Uilm discuteranno con i metalmeccanici a partire da questi punti con l’obiettivo di portarli al centro dell’attenzione dell’intero Paese – concludono i sindacati – La mobilitazione comincia con due ore di assemblea in sciopero oggi e proseguirà con la grande assemblea nazionale dei metalmeccanici prevista per mercoledì 20 novembre a Roma.