Oltre 70 responsabili Ict di grandi imprese (private) italiane sotto osservazione per capire come il percorso di digitalizzazione, iniziato da almeno tre anni, stia incidendo sull’innovazione dei processi aziendali. È questa l’essenza della 13esima edizione della Cio Survey, indagine realizzata da NetConsulting cube in collaborazione con Capgemini Italia, Cisco, Dell Technologies, Samsung, ServiceNow e Tim. L’analisi di fondo di Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting cube, aiuta a inquadrare lo scenario in essere: “emerge chiaramente come i progetti digitali siano affrontati sempre più nell’ambito di piani strategici, valutati attraverso la misurazione dell’impatto economico e sviluppati con il coinvolgimento delle varie divisioni dell’organizzazione. In questo contesto – ha spiegato ancora l’esperto – ai Chief Information Officer spetta un ruolo sempre più cruciale di intermediazione tra business e tecnologia, non solo per la scelta delle soluzioni più adeguate ma anche e soprattutto per la gestione dei risultati di business”.
I progetti digitali e la domanda di innovazione. L’introduzione delle nuove tecnologie in azienda, entrando nel merito dello studio, è sempre più determinata da progetti di ampio respiro che sono in oltre la metà dei casi (nel 51,4% per l’esattezza) emanazione di gruppi decisionali misti (figure Ict e di Business (51,4%) e nell’altra metà frutto dell’azione del top management. Le aree tecnologiche di investimento che saranno maggiormente indirizzate nel breve periodo sono cinque. Gli strumenti di advanced analytics catturano investimenti nel 66,7% dei casi e sono polarizzati sull’implementazione di sistemi di Robotic Process Automation (Rpa) prevalentemente utilizzati in ambito amministrativo-finanziario, sull’introduzione di algoritmi di machine learning e sulla realizzazione di data lake funzionali alla valorizzazione dei dati aziendali. Il 54% delle preferenze dei Cio va invece alle infrastrutture It e cloud, pilastri ritenuti fondamentali per l’abilitazione delle strategie di digital transformation. Il computing nella nuvola, in particolare, è un modello sempre più diffuso e le architetture IaaS (Infrastructure as a service) e PaaS (Platform as a service) sono sempre più utilizzate in ambienti di produzione, test e sviluppo delle applicazioni.
Fra cybersecurity e applicazioni. Circa il 49% delle aziende italiane censite, conferma ancora la Survey, continuano ad investire in sicurezza per rispondere alle tante minacce derivanti dal mondo digitale. Spicca, tuttavia, una minore intensità progettuale visto che nella maggioranza dei casi gli adempimenti normativi legati al Gdpr (il regolamento europeo sul trattamento dei dati personali, in vigore dallo scorso maggio) appaiono già indirizzati. Una percentuale pressoché identica di Cio è attiva inoltre sul fronte della digital customer experience, e quindi soluzioni per gestire le interazioni con i propri clienti attraverso un’ampia gamma di canali. La quinta voce in ordine di importanza che attrae i budget di spesa destinati all’Ict riguarda la modernizzazione applicativa (la citano il 45,8% dei rispondenti): alla luce dei tanti stimoli all’innovazione digitale, osservano gli esperti di NetConsulting, per le aziende diventa fondamentale adeguare da un punto di vista tecnologico la dotazione di applicazioni esistenti.
Gli impatti (e le criticità) della trasformazione. Detto che le funzioni più sensibili alla domanda di innovazione sono il Marketing e le Vendite (citati rispettivamente dal 68% e 58% circa delle aziende), seguite da Produzione e Logistica, a detta dei Cio oggetto di studio la digital transformation porta i maggiori benefici nei rapporti con clienti e prospect (nell’82% dei casi) e nello sviluppo innovativo dell’offerta (nel 65,3%), entrambi fattori cari alle funzioni più impegnate nel relazionarsi con la base commerciale. Meno menzionati ma comunque significativi sono anche i benefici legati alla relazione con i dipendenti (44%, e in questo ambito rientrano i progetti di smart working e le soluzioni per il talent management) e gli operatori della filiera (28%). Nel percorso verso la digitalizzazione, e veniamo infine alle criticità che incontrano i Cio, lo scoglio principale riguarda il tema del change management, voce che accomuna il 49% del campione di manager intervistati. Senza una piena accettazione dei cambiamenti determinati dall’introduzione di soluzioni innovative, la possibilità che un progetto fallisca o generi solo marginalmente i risultati attesi è elevata mentre altre priorità rilevate sono riconducibili principalmente alla gestione operativa dell’esistente, all’adeguatezza delle infrastrutture e a competenze ritenute non soddisfacenti. E proprio in questo ambito, l’indagine rileva la presenza di uno “skill shortage” non trascurabile sia a livello tecnologico sia di business.