Roma – Nuovi obblighi per i professionisti associativi, l’articolo 24 del Dl fiscale impone alle partite iva l’obbligo di avere uno o più conti correnti dedicati esclusivamente ai proventi dell’attività professionale. La misura, che secondo il Governo dovrebbe garantire maggiore tracciabilità dei flussi di denaro, non è altro che un costo aggiuntivo per i professionisti. Il monitoraggio dei guadagni è già sufficientemente garantito dai conti personali, non si vede la necessità di un ulteriore regolamentazione in materia.
L’esecutivo conta di recuperare con questa iniziativa tra i 65 e i 70 milioni, dando per scontato che le proiezioni rispecchino la realtà, si tratta di cifre irrisorie a fronte del danno causato ad una categoria già ampiamente vessata da obblighi ed eccessiva burocrazia.
“L’abrogazione del Dl Bersani del 2006 che istituiva l’obbligo del conto corrente dedicato ci aveva fatto sperare di aver chiuso definitivamente la questione” afferma la presidente del Colap Emiliana Alessandrucci “purtroppo questa mattina ci siamo resi conto che il rischio restaurazione è sempre attuale, guardare al futuro vuol dire diminuire gli obblighi e rendere più “fluido” il sistema. La legge di bilancio sembra scritta per andare contro i lavoratori autonomi e questo è inaccettabile”.
Tra le altre misure contestate dal Colap la rimodulazione del regime dei minimi, le nuove sanzioni per i professionisti e l’abolizione della flat tax entro i 100 mila euro. Il tutto senza uno specifico riferimento ai professionisti associativi. “Non è la legge di bilancio che ci aspettavamo. Combatteremo in sede parlamentare per far approvare le nostre proposte e operare delle modifiche”, conclude la presidente Alessandrucci.