Dentro la stagnazione dell’economia italiana sono presenti segni di vitalità che permettono di procedere a un ritmo di un decimo di punto trimestre su trimestre. Poco anzi, pochissimo, eppure, anche grazie al confronto statistico con un depresso 2018, occupazione, fatturato nei servizi, clima di fiducia nella grande distribuzione e Icc permettono ancora di considerare residuale il rischio di entrare in recessione. A rilevarlo è Confcommercio in una nota.
Il disinnesco degli aumenti Iva per il 2020 potrebbe diradare qualche nube, – spiega Confcommercio – ammesso che la disordinata ricerca di risorse a copertura della manovra non disperda questo potenziale capitale fiduciario attraverso la minaccia di nuovi balzelli.
Pil mensile. Dopo un luglio caratterizzato da andamenti sostanzialmente negativi – precisa Confcommercio – i principali indicatori hanno mostrato, ad agosto, una stabilizzazione, con pochi spunti di miglioramento. Ad agosto la produzione industriale è aumentata dello 0,3% congiunturale, segnalando una diminuzione, al netto dei fattori stagionali, dell’1,9%. Nello stesso mese l’occupazione è risultata stabile rispetto a luglio, con una crescita dello 0,6% nel confronto annuo.
Il clima di fiducia di famiglie e imprese. I segnali del permanere di una sostanziale stagnazione dell’economia sono stati confermati a settembre dall’andamento del clima di fiducia di famiglie e imprese. – si legge nella nota – A fronte di un modestissimo recupero del sentiment dei consumatori (+0,3% su agosto) per le imprese si è rilevata una nuova flessione (-0,3% congiunturale). Su base annua il tendenziale di entrambi gli indicatori ha continuato a ridursi fortemente con -3,2% per le famiglie e -4,8% per le imprese.
I dati. Ad ottobre, la stima del Pil mensile presenta una variazione congiunturale nulla, con una modesta crescita (0,1%) rispetto allo stesso mese del 2018. – si legge ancora nella nota – La stima del terzo trimestre resta ferma a +0,1% congiunturale, con un miglioramento sul tendenziale dello 0,3%. A settembre 2019 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) ha consolidato i segnali di rallentamento su base congiunturale, con una diminuzione dello 0,3% (il terzo calo consecutivo).
Segnali di ripresa. Ciò nonostante il raffronto su base annua evidenzia un miglioramento, con un incremento dell’1,1%, in conseguenza di andamento particolarmente negativo a settembre del 2018. In termini di media mobile a tre mesi – conclude Confcommercio – si osserva una tendenza al ripiegamento. Come di consueto ad ottobre è stata effettuata una revisione delle serie storiche dei diversi aggregati di spesa che compongono l’Icc.